Strage di Berlino, per le autorità tedesche «improbabile attentato di Anis Amri». Per quelle italiane era invece «pericoloso»

Tra febbraio e novembre 2016, le autorità federali e dei Laender «si sono occupate almeno 7 volte in maniera intensa» di Anis Amri, scambiandosi informazioni...

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Tra febbraio e novembre 2016, le autorità federali e dei Laender «si sono occupate almeno 7 volte in maniera intensa» di Anis Amri, scambiandosi informazioni presso il Centro comune di difesa dal terrorismo (Gtaz). «Due volte si discusse se progettasse concretamente un attentato in Germania» e tutte e due le volte venne ritenuto «improbabile». Lo rivela la Sueddeutsche Zeitung basandosi su documenti delle autorità prodotti solo 5 giorni prima dell'attentato. In tali documenti si legge che Amri aveva cercato su internet informazioni su come costruire una bomba artigianale e produrre esplosivo. Già a febbraio aveva cercato contatti con l'Isis e si sarebbe offerto per compiere un attentato suicida.

 

Di altro tenore le note inviate dall'Italia alla Germania il 17 febbraio 2016: si tratta di un corposo fascicolo giudiziario su Anis Amri, l'autore della strage di Berlino del 19 dicembre scorso. Secondo quanto si apprende da ambienti dell'intelligence, non è andata come avrebbe riferito la televisione Wdr e cioè che nella primavera scorsa la Germania ha allertato l'Italia. Secondo le stesse fonti investigative, la Germania dopo aver ricevuto da Amri la domanda di permesso di soggiorno sul suo territorio ha rivolto all'Italia, il 16 febbraio appunto, la richiesta del fascicolo giudiziario del tunisino. Un fascicolo nutrito dato che la carriera criminale di Amri, dal suo ingresso in Italia a Lampedusa in poi, è stata vivace.


La prima segnalazione della pericolosità di Ansi Amri, arriva nella banca dati Schengen per mano italiana il 23 giugno 2015. Amri ha scontato quattro anni di carcere in Sicilia, dove ha cambiato sette istituti di pena, sempre a causa della sua indole violenta. L'Italia prova ad espellerlo ma la Tunisia non recepisce le richieste italiane. Dunque, scaduti i termini per trattenerlo, viene emesso per lui un decreto di allontanamento dal territorio nazionale e contemporaneamente, appunto a giugno 2015, tramite la questura di Palermo l'Italia segnala ai paesi europei inseriti nella banda dati Schengen che Amri è persona non gradita e inammissibile sul territorio europeo. La Germania, dunque, quando nel dicembre 2015 rintraccia il tunisino sul suo territorio e rileva che ha contatti con ambienti radicalizzati chiede all'Italia foto e impronte digitali di Amri. «Poche ore dopo» sostengono gli investigatori l'Italia invia ai colleghi tedeschi la documentazione. Con la stessa premura il fascicolo giudiziario completo dell'uomo verrà spedito in Germania, nel febbraio scorso, quando i tedeschi si trovano a dover valutare la richiesta di permesso di soggiorno da parte di Amri.


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Il Messaggero