Stato-mafia, conversazioni Napolitano: il Csm proscioglie il pm di Palermo Di Matteo

Nino Di Matteo
Niente processo disciplinare per il pm di Palermo Nino Di Matteo che era stato accusato di aver rivelato in un'intervista rilasciata a marzo dello scorso anno l'esistenza...

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Niente processo disciplinare per il pm di Palermo Nino Di Matteo che era stato accusato di aver rivelato in un'intervista rilasciata a marzo dello scorso anno l'esistenza di telefonate tra Giorgio Napolitano e Nicola Mancino intercettate nell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. Il Csm ha prosciolto il magistrato in istruttoria, accogliendo la richiesta del Pg della Cassazione. La decisione è stata presa per «essere stati esclusi gli addebiti».




La ricostruzione e la valutazione dei fatti «consentono di escludere» che le dichiarazioni del pm «siano state animate dalla volontà di ledere intenzionalmente il diritto di riservatezza del presidente della Repubblica», scrive il Csm nell'ordinanza con cui proscioglie il pm.



L'accusa specifica a Di Matteo, e che aveva portato all'avvio di un'azione disciplinare nei suoi confronti, era quella di aver violato il diritto alla riservatezza del capo dello Stato, proprio per aver parlato di quelle telefonate in un'intervista a Repubblica. Ma gli accertamenti compiuti dalla Procura generale della Cassazione, che nei mesi trascorsi ha ascoltato diversi testimoni, tra i quali anche alcuni giornalisti, hanno verificato che in realtà la notizia dell'esistenza di queste conversazioni tra il presidente della Repubblica e l'ex ministro Mancino era già stata pubblicata il giorno prima dell'intervista del pm di Palermo da alcune testate online e dal settimanale Panorama. Di qui la richiesta del Pg Gianfranco Ciani alla sezione disciplinare del Csm di non luogo a procedere per Di Matteo.



L'azione disciplinare era stata promossa anche neiconfronti del procuratore di Palermo Francesco Messineo, che era stato accusato di non aver segnalato ai titolari dell'azione disciplinare il comportamento di Di Matteo. Ma essendo venuta meno l'accusa nei confronti del pm titolare dell'inchiesta Stato-mafia, è caduta anche la contestazione nei confronti di Messineo.



«Non posso ritenermi affatto soddisfatto per il proscioglimento del Csm, perché, a mio parere, è sufficiente leggere la richiesta di proscioglimento del Procuratore generale per capire che questo procedimento non doveva mai essere avviato», ha detto Di Matteo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero