Stati Uniti, soffoca la figlia con un crocifisso "per liberarla dal demonio"

L'ex fidanzato della ragazza ha trovato il corpo e allertato la polizia
Una donna di 49 anni ha ucciso la figlia di 33 infilandole un crocifisso in gola. Juanita Gomez, arrestata con l’accusa di omicidio, credeva che la giovane fosse posseduta...

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Una donna di 49 anni ha ucciso la figlia di 33 infilandole un crocifisso in gola. Juanita Gomez, arrestata con l’accusa di omicidio, credeva che la giovane fosse posseduta dal demonio. Quando la polizia è arrivata sul luogo del delitto, nella loro abitazione a Oklahoma City, ha trovato una situazione raccapricciante: Geneva, questo il nome della vittima, giaceva sul pavimento senza vita con un crocifisso sul petto e il corpo disposto a forma di croce. Il cadavere è stato trovato dall’ex fidanzato della vittima, Francisco Merlos, che pare si fosse recato da Geneve nel tentativo di riconquistarla. L’uomo ha raccontato al quotidiano locale the Oklahoman di aver visto Geneva martoriata: «Era sdraiata per terra, morta, con il crocifisso sul petto. La faccia era sfigurata, non si capiva nemmeno che era lei». Nel tentativo di “liberarla”, a quanto pare, la madre l’ha anche massacrata di pugni. Merlos è scappato mentre la donna cercava di aggredirlo: «Diceva parole e frasi senza senso, parlava di "diavolo" e "soldi"», ha raccontato. Poi ha allertato le autorità.


Gli agenti hanno interrogato immediatamente Juanita che, nel frattempo, aveva pulito la scena del crimine dalle tracce di sangue. La 49enne ha dichiarato di essersi procurata delle ferite mentre «lottava per rimuovere il diavolo dal corpo della figlia». Ha poi confessato di averle infilato un crocifisso in gola fino a vedere il sangue uscire dalla bocca. I vicini di casa hanno raccontato a News9 di un rapporto sereno tra madre e figlia e di una Juanita sempre gentile con tutti. Insospettabile, insomma. Tuttavia, proprio lei nel 2009 aveva ricevuto una condanna a 10 anni di reclusione (poi sospesa) per traffico di droga e possesso illegale di armi. Adesso si trova in carcere senza cauzione e, per il momento, nessun avvocato le ha offerto assistenza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero