Stalking e lesioni personali gravi. Queste le accuse per cui la Procura di Piacenza ha chiesto il rinvio a giudizio per Francesco Bellomo, consigliere di stato destituito, e...
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I pm piacentini, nell'atto di cui danno notizia quotidiani nazionali e locali, argomentano in modo capillare una vicenda che si basa su diverse deposizioni di altre ragazze ascoltate dalla squadra mobile di Piacenza in questi ultimi mesi, da quando cioè è emerso il caso dei presunti atteggiamenti tenuti in particolare da Bellomo nei confronti delle ragazze che, per ottenere un contratto di borsa di studio, avrebbero sottostato a vincoli pressanti di natura personale, come il divieto di sposarsi pena l'espulsione dal corso diretto dal consigliere oppure il famigerato 'dress code' fatto di tacchi alti e minigonne.
Un 'addestramento', un controllo sulla vita privata, anche e soprattutto sentimentale, con ricatti e regole talmente rigide, spesso dirette - secondo i magistrati piacentini - a soddisfare le sole pretese dello stesso Bellomo, ma che hanno portato la studentessa piacentina ad ammalarsi a causa di un gravissimo stato di stress e ansia.
Interrogatori di vario genere, anche incrociati, sulla precedente vita sessuale, con la richiesta di predisporre una tabella con indicazione di luoghi, frequenza e modalità. A questo sarebbe stata sottoposta la ragazza di 32 anni persona offesa nel procedimento della Procura di Piacenza. La borsista, a maggio 2016, venne anche insultata per il 'basso punteggio algoritmico' registrato dagli ex fidanzati.
«Se non confessi, tutta la nostra ricostruzione verrà messa nella rivista e domani tutta Italia saprà che sei una t...», avrebbe inoltre minacciato Bellomo. Nella richiesta di rinvio a giudizio i Pm Roberto Fontana e Emilio Pisante ricostruiscono l'attività di «addestramento» a cui doveva sottostare la vittima, coinvolta «in modo totalizzante e caratterizzata da rigide regole», tra cui «l'obbligo di svolgere attività sessuale ogni volta che Bellomo lo richiedesse». Quando veniva interrogata sulla propria vita sessuale, alla luce di presunte contraddizioni nei racconti, «veniva sollecitata a confessare la verità», cioè la ricostruzione voluta da Bellomo, sotto minaccia di pubblicare sulla rivista scientifica del corso 'Diritto e scienza' circostanze della sua vita sessuale.
Non solo: Bellomo minacciò di querelarla per lesioni per averlo urtato accidentalmente mentre era seduta con lui su un divano, a Bari.
Il Messaggero