Stadio della Roma, Di Maio: «È un grande equivoco»

Stadio della Roma, Di Maio: «È un grande equivoco»
«Un grande equivoco, è tutto un malinteso». Sette parole per interrompere il silenzio sull'inchiesta in corso sullo stadio di Roma che ha gettato...

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«Un grande equivoco, è tutto un malinteso». Sette parole per interrompere il silenzio sull'inchiesta in corso sullo stadio di Roma che ha gettato un'ombra sul M5S, al governo da quindici giorni insieme alla Lega. Così il vicepremier Luigi Di Maio risponde velocemente ai cronisti lungo i pochi metri che lo portano al palco di piazza Indipendenza a Pomezia, cittadina a sud di Roma, dove il 24 giugno i 5S si giocano (di nuovo) il Comune al ballottaggio. Di Maio ha aggiunto di essere tranquillo. Sul palco ha spostato l'attenzione su quello che farà: non solo lui come doppio ministro («Il decreto di dignità si farà subito, non c'è più tempo da aspettare») ma anche i suoi colleghi Fraccaro e il presidente della Camera Fico.


«La prossima settimana ci sarà il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari», assicura. Puntuale dal pubblico è arrivato l'applauso. Ma dallo stesso, a fine comizio un gruppetto ha urlato anche «Onestà onestà!». Un coro che è nel dna del movimento fondato da Grillo, ed è lo stesso gridato in Campidoglio contro l'allora sindaco Ignazio Marino. Ma oggi l'onestà potrebbe essere contestata ai 5 Stelle. Non vede nessun collegamento tra i cori e l'inchiesta romana, il candidato al Comune Adriano Zuccalà: «Sì, li ho sentiti, ero sul palco ma non è niente di diverso dal nostro solito coro.

Semmai è un rafforzativo di quello che era stato detto prima», chiude il discorso. Inoltre nel giorno in cui Le Monde 'sminuiscè Di Maio contro «il tornado Salvini», il vicepremier più giovane non cita mai l'altro collega di governo. Pur parlando di immigrazione, ad esempio, tutte le parole di Di Maio sono per il premier Conte per il no detto al decreto Dublino («La Germania ci è venuta dietro») o per l'esponente del suo partito, il ministro alle infrastrutture Danilo Toninelli e per l'aiuto offerto comunque alle donne incinte e ai bambini a bordo dell'Aquarius.


Niente invece su Salvini e sul suo no all'attracco della nave Aquarius. Eppure Di Maio ha invitato gli elettori a dire no. «A volte basta dire no, un pò di no per ottenere un pò di sì per gli italiani anche a livello europeo», ha spronato.
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Il Messaggero