Dopo 10 mesi di paralisi politica e istituzionale, grazie a un partito socialista con l'acqua alla gola la Spagna esce dalla sua crisi infinita ed entro domenica prossima il...
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Nuove elezioni, secondo i sondaggi, sarebbero state un disastro per il Psoe, con la probabile perdita di un quarto dei suoi attuali deputati, un umiliante sorpasso di Podemos e una schiacciante vittoria del Pp. I tempi per evitare le urne però sono strettissimi. Se la Spagna non avrà un premier eletto entro il 31 ottobre scatterà la convocazione di nuove elezioni. Re Felipe avvia domani le consultazioni con i leader politici. Martedì a mezzogiorno il leader provvisorio del Psoe, Javier Fernandez, comunicherà la decisione del consiglio federale al monarca, che designerà Rajoy. Il Congresso poi si riunirà per l'investitura mercoledì o giovedì, e fra sabato e domenica Rajoy sarà eletto al secondo turno (al primo ci vuole una maggioranza assoluta, che non ha) con 170 voti su 350, grazie all'astensione Psoe.
Non è escluso che alcuni socialisti, in particolare i catalani, rompano la disciplina di partito per votare "no", rischiando l'espulsione dal gruppo. Inizierà poi una legislatura che tutti prevedono irta di spine per il leader popolare, che governerà con la maggioranza del Congresso contro, costretto a ricercare continui accordi con l'opposizione per non cadere. Molti non danno più di un anno o due al suo governo. La svolta socialista «pone fine a 300 giorni di calvario politico per la Spagna», sentenzia El Mundo. Ma apre «una legislatura da infarto», avverte La Vanguardia. Esausto, spaccato, sull'orlo della scissione con i catalani sostenitori del "no" a oltranza al nemico Rajoy, il Psoe così guadagna tempo «per ricostruirsi» dall'opposizione come auspicano Javier Fernandez e altri "baroni" moderati. Un congresso a inizio 2017 eleggerà probabilmente segretario la presidente andalusa Susana Diaz, nuova "dama di ferro" del partito. Oggi è stata lei a intervenire per ultima prima del voto nel consiglio federale, una prerogativa di solito del segretario.
Per il Psoe diventa vitale trovare una strategia per resistere alla "concorrenza" di Podemos, che aspira come Syriza in Grecia a diventare il partito egemone della sinistra, "divorando" spazio ed elettorato tradizionali dei socialisti.
Il Messaggero