Governo, si riapre la trattativa con Verdini per i sottosegretari

Governo, si riapre la trattativa con Verdini per i sottosegretari
ROMA Governo a tempo di record ma i sottosegretari viaggiano su un accelerato che a palazzo Chigi danno in arrivo solo per giovedì prossimo. Saltato il panettone, i circa...

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ROMA Governo a tempo di record ma i sottosegretari viaggiano su un accelerato che a palazzo Chigi danno in arrivo solo per giovedì prossimo. Saltato il panettone, i circa 44 sottosegretari dovrebbero arrivare in tempo per i botti di Capodanno. Le new entry che festeggeranno in maniera doppia saranno però molto poche, visto che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è orientato a confermare tutti gli uscenti coprendo solo le caselle di coloro che hanno lasciato o sono stati promossi.


BOCCA
Le due settimane di attesa non sono state però vane. Sono per lo più servite a far sbollire l'ira di Ala e di Scelta Civica che volevano un riconoscimento formale dell'ingresso in maggioranza attraverso la nomina di due ministri. Niente ministri ma il riconoscimento potrebbe arrivare per bocca dello stesso premier che, al momento della nomina di viceministri e sottosegretari, dovrebbe ringraziare i due gruppi per l'apporto che stanno dando in Parlamento e confermato poco prima di Natale con il voto al decreto Mps. Almeno questo è ciò che chiedono i verdiniani e gli ex di Monti che al momento del voto di fiducia sono usciti dalle aule parlamentari proprio per segnare la loro insoddisfazione.

Un avvertimento al neo premier in parte disinnescato dalla disponibilità mostrata da Silvio Berlusconi a mantenere in vita il più a lungo possibile l'attuale governo, ma che dovrebbe essere superato da una sorta di riconoscimento politico che Gentiloni farebbe al momento della designazione di viceministri e sottosegretari. Ala e Scelta Civica aspirano a tre o quattro posti nell'esecutivo. Enrico Zanetti (Sc), già viceministro dell'Economia con il governo Renzi, dovrebbe essere confermato al suo posto. A premere per un ingresso nell'esecutivo è però anche l'ex ministro dell'Agricoltura Saverio Romano (Ala), che vorrebbe essere uno dei vice del ministro Martina, e Ciro Falanga (Ala) che fa parte di una pattuglia di una decina di senatori per lo più campani a caccia di visibilità e che minacciano di tornare con Silvio Berlusconi. In lizza per un posto da sottosegretario allo Sport è anche la campionessa azzurra Valentina Vezzali (Sc). Sempre che riesca a battere la concorrenza di un'altra campionessa olimpica: Laura Coccia (Pd).

Il resto delle caselle non dovrebbero cambiare. Sembra rientrato anche lo spostamento di Sandro Gozi alla Farnesina, che, in virtù anche dell'esperienza maturata, dovrebbe restare nel ruolo di sottosegretario a palazzo Chigi con la delega agli Affari Europei che aveva nel precedente governo. Da coprire c'è però anche il posto di viceministro all'Interno lasciato scoperto dalla promozione di Minniti a titolare del Viminale. In pole position sembra esserci l'ex responsabile del Pd per la sicurezza Emanuele Fiano anche se la delega sulle intelligence dovrebbe rimanere ancora a palazzo Chigi.

DIROTTATO

All'Istruzione si continua invece con i cambi iniziati con la defenestrazione di Stefania Giannini, unica ministra a non essere stata riconfermata. Stavolta tocca ai sottosegretari Angela D'Onghia, Gabriele Toccafondi e Davide Faraone. Dovrebbero saltare tutti, a conferma dell'autocritica che il Pd intende fare sulla riforma della scuola. Unico ad essere recuperato e dirottato altrove, forse alle Infrastrutture, è Faraone. In arrivo ad affiancare la ministra Fedeli, Manuela Ghizzoni e Simona Malpezzi entrambe del Pd, sempre che non si decida di attingere da altri ministeri in modo da marcare ancor più la discontinuità dal precedente esecutivo.
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Il Messaggero