Presentata la Social Impact Agenda per l'Italia: avanza un nuovo modello economico

Presentata la Social Impact Agenda per l'Italia: avanza un nuovo modello economico
I tempi in cui il bene pubblico veniva considerato una questione esclusiva dello Stato e le imprese private una realtà solo per fare profitti sta finendo. Nei Paesi...

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I tempi in cui il bene pubblico veniva considerato una questione esclusiva dello Stato e le imprese private una realtà solo per fare profitti sta finendo. Nei Paesi anglosassoni è già in fase di attuazione un nuovo modello, in Italia sta decollando ora. Il welfare sempre più debole, il quadro sociale in continua evoluzione, la maggiore interdipendenza tra pubblico e privato stanno facendo strada ad un nuovo modello sociale di impatto collettivo. Perché ormai è chiaro a tutti che se i bisogni della gente continuano a restare insoddisfatti, il progressivo malessere avrà costi per l'intera collettività e, di conseguenza, non converrà a nessuno, nemmeno ai ricchi. Naturalmente gli effetti positivi del modello del social impact sono misurabili e concreti.  


Stamattina, alla presenza del sottosegretario De Vincenti, è stata presentata la piattaforma Social Impact Agenda per l'Italia, l’associazione nata per raccogliere l'esperienza dell'advisory board italiano e promossa durante la Presidenza britannica del G7 nel 2013. I  soci fondatori sono l’Associazione Bancaria Italiana, Confcooperative Federsolidarietà, CGM – Consorzio Gino Mattarelli, Etimos Foundation, Federcasse, Fondazione Opes, Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, Human Foundation, UBI Banca e il settimanale del terzo settore Vita. La neopresidente Giovanna Melandri ha parlato di diverse barriere e colli di bottiglia che ancora non consentono all’Italia « di far decollare questi investimenti strategici capaci di far fronte a moltissimi problemi sociali. Sono investimenti problem-solving che, secondo le nostre stime, con un adeguato contesto economico e istituzionale potrebbero raggiungere i 30 miliardi di euro da qui al 2020. L’Associazione nasce per favorire e sostenere il processo di cambiamento necessario al Paese». Melandri ha evidenziato però che durante la campagna elettorale per la città di Roma, nessun programma di nessun candidato ha ancora dato spazio a questo progetto.


«C’è un movimento», ha spiegato Giovanna Melandri, «composto da soggetti del terzo settore, della finanza e dell’impresa, che crede in un differente modello di sviluppo per offrire risposte a vecchi e nuovi bisogni, molti dei quali rimangono insoddisfatti, pensiamo alla salute, alle disabilità, alla conciliazione vita-lavoro alle nuove forme dell'abitare, all'esclusione sociale. Senza dimenticare altre aree come la valorizzazione del patrimonio culturale, la gestione collaborativa dei beni comuni e le piattaforme di sharing economy. Tutti comparti strategici per il rilancio sociale, culturale e economico del nostro Paese». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero