Nonostante alcune limitate - e previste - violazioni, per il momento sembra tenere la cessazione delle ostilità in Siria sponsorizzata da Usa e Russia, con diverse regioni...
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Un tentativo che sembra essere stato respinto, dopo una battaglia in cui sono morti almeno 45 combattenti dell'Isis e 20 curdi, secondo un bilancio dell'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). In appoggio alle milizie curde sono intervenuti gli aerei della Coalizione internazionale a guida americana che hanno effettuato dieci raid. Mentre non ci sono conferme a una notizia inizialmente fatta circolare dallo stesso Ondus secondo la quale l'artiglieria di Ankara avrebbe preso di mira i curdi. L'Isis ha anche rivendicato un attacco suicida nella provincia di Hama, dove un kamikaze si è fatto saltare in aria ad un posto di blocco governativo all'entrata della città di Salamiyeh, uccidendo almeno due soldati.
Cioè che i jet russi, colpendo i qaedisti del Fronte al Nusra - anch'essi esclusi dalla tregua - possano bombardare altre organizzazioni armate loro alleate che hanno accettato la cessazione delle ostilità. Le violazioni denunciate da una parte e dall'altra sono finora di minore entità. Il gruppo islamista Jaish al Islam ha affermato che elicotteri governativi hanno sganciato due barili bomba sulle sue postazioni nei pressi di Damasco. Mentre la tv di Stato ha riferito che miliziani ribelli acquartierati alle porte di Damasco hanno lanciato razzi su »aree residenziali« della capitale. Se i combattimenti non riprenderanno nei prossimi giorni su vasta scala, la priorità sarà la questione umanitaria, con il primo obiettivo di portare soccorso ai 480.000 civili che rimangono intrappolati in 17 aree sotto assedio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero