A Ginevra sono iniziati oggi i colloqui di pace «intra-siriani» sotto l'egida delle Nazioni Unite con poche speranze di progressi. Il leader siriano Bashar...
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Così dal round di colloqui di Ginevra, che riprendono dopo 10 mesi dall'ultima tornata, nessuno si aspetta grandi progressi. I partecipanti ai colloqui discuteranno dei punti indicati nella risoluzione 2254, ovvero nuova governance, nuova costituzione ed elezioni, ma anche l'inviato Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha detto di non attendersi una svolta immediata. «La pace è possibile solo quando nessuna delle parti in conflitto ritiene di poter vincere. E - ha sintetizzato nel fine settimana il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres - non sono sicuro che in Siria si sia arrivati a questo punto».
Una serie di fattori fanno pendere la bilancia dalla parte di Assad: Russia e Iran (alleati di Damasco) hanno lanciato un processo diplomatico parallelo insieme alla Turchia, che in passato non ha risparmiato forti accuse ad Assad, e intanto Donald Trump sembra meno preoccupato di Barack Obama di chiedere al leader siriano di lasciare il potere e nell'invocare la «transizione politica». A questo si aggiungono le conquiste registrate lo scorso anno - dopo l'inizio nel 2015 dell'intervento militare russo - dalle forze e delle milizie fedeli al leader siriano, che oggi controllano le principali città del Paese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero