CITTA' DEL VATICANO - «Guai se al Sinodo non ci fosse disputatio: è un elemento di crescita non di divisione. Quindi...
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Quindi guai se non ci fosse discussione: sarebbe solo uniformità e una noia pazzesca». L'arcivescovo Rino Fisichella, relatore di uno dei circoli minori al Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, riflette sul confronto esistente nell'assemblea straordinaria in corso in Vaticano. Il documento presentato sarà sottoposto a ulteriori verifiche in vista del voto di sabato. Il cardinale di Barcellona Lluis Martinez Sistach, moderatore in uno dei circoli ispanici, conferma l’esisteza di “opinioni diverse, tendenze diverse, sensibilità diverse, contributi diversi».
Insomma i 190 padri sinodali si confrontano e misurano i punti diversi di vista su questioni spinose come le coppie gay, la comunione ai divorziati risposati, la contraccezione. “ Possono esserci divergenze. Anche perché senza questo, non ci sarebbe dialogo. Però fazioni nel senso di partiti politici che combattono per il potere, io non vedo alcuna traccia di questo” precisa il cardinale Peter Erdo, relatore generale dell'assise, in un'intervista alla Radio vaticana.
Il Papa osserva il dibattito senza intervenire. “E’ perfettamente a conoscenza di tutti gli interventi e di tutto quello che succede durante il Sinodo”aggiunge l'arcivecovo di Budapest.
Quanto alla "relatio post disceptationem" presentata dallo stesso Erdo lunedì, e contestata da alcuni padri sinodali, "la sfida più grande è stata quando un pensiero veniva fuori in 30-40 interventi, perché ciascuno ha formulato sì lo stesso pensiero, ma in un modo diverso: quale terminologia da preferire? Quale accento mettere? Come esprimere stilisticamente il fatto che quella cosa sia venuta fuori in quattro interventi e quell`altra in 40?
A volte si poteva dire 'molti propongono' o 'alcuni dicono', ma questo non sempre era stilisticamente possibile". Il documento della discordia è ormai chiaro che non piace ai più e subirà ritocchi. “I fedeli hanno bisogno di una voce chiara, di un incoraggiamento, di un insegnamento: una voce chiara di orientamento anche per poter parlarne dopo nelle loro diocesi, nelle chiese particolari. Quindi, speriamo che il testo finale sia un testo chiaro e soddisfacente per tutti" conclude Erdo. Per il presidente della conferenza episcopale Usa, il testo, invece, è un "bellissimo documento di lavoro". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero