I sindaci leghisti tolgono la foto di Mattarella dagli uffici: «Non è il nostro Presidente»

I sindaci leghisti tolgono la foto di Mattarella dagli uffici: «Non è il nostro Presidente»
Hanno realizzato così la loro piccola vendetta. In silenzio ma con un gesto simbolico significativo. Sei sindaci leghisti della provincia di Monza e Brianza, hanno apposto...

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Hanno realizzato così la loro piccola vendetta. In silenzio ma con un gesto simbolico significativo. Sei sindaci leghisti della provincia di Monza e Brianza, hanno apposto nei loro uffici una statua di Alberto da Giussano al posto di quella del presidente Mattarella. «Il nostro è un segno di rispetto verso la volontà degli elettori, della democrazia e del risultato delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo», ha scritto il coordinatore provinciale della Lega, Andrea Villa sul suo profilo facebook, aggiungendo: «i nostri Sindaci della Lega rispondono da sempre al popolo che li ha eletti. Mattarella a chi risponde?».




Finora a procedere con la rimozione dalla parete dell'ufficio istituzionale del quadro con la fotografia del Presidente, sono stati i sindaci di Lazzate, Ceriano Laghetto, Biassono, Varedo, Renate e Albiate (Monza). La Prefettura di Monza e Brianza ha dichiarato intanto di non aver ricevuto al momento alcuna comunicazione in merito e conseguentemente di non aver preso alcun provvedimento a riguardo.

«Togliere la foto di Mattarella dall'ufficio di sindaco? Non l'ho mai avuta». Questa è stata invece la risposta di alcuni dei sindaci bergamaschi della Lega Nord alla proposta del segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi di «rimuovere dai loro uffici la foto di Sergio Mattarella» il quale «ha dimostrato di non essere un garante imparziale per le nostre più alte istituzioni democratiche e non può più rappresentarci». Alcuni sindaci della Bergamasca, però, la foto del non l'hanno appunto mai avuta affissa alla parete dell'ufficio: tra questi Andrea Capelletti, primo cittadino di Covo, Michele Jacobelli, di Palazzago, Fabrizio Sala, di Telgate.


Tra chi invece l'ha affissa, Claudio Sessa, sindaco di Torre Boldone, sta valutando l'eventualità di rimuovere la foto dalla sala consiliare: «Non lo considero il mio presidente! Tanta voglia di togliere la sua immagine dalla sala consiliare per protesta», aveva infatti scritto su Facebook ieri, ancor prima della proposta di Grimoldi. Anche il primo cittadino di Seriate, Cristian Vezzoli, ha fatto sapere che rimuoverà la foto. Singolare il caso di Giovanni Malanchini, sindaco di Spirano e neoconsigliere del Carroccio in Regione Lombardia: già un anno e mezzo fa aveva spiegato che nel suo ufficio di primo cittadino di Spirano, Bassa bergamasca, c'è solo la bandiera della Serenissima (autografata da Luca Zaia) mentre mancano il Tricolore e la bandiera europea, oltre alla foto di Mattarella: «Se però il Presidente vuole la mia, gliela spedisco gratis», aveva ironizzato.
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Il Messaggero