Caos FI, la svolta moderata di Berlusconi allarma il fronte del nord: «Ma no alla scissione»

Caos FI, la svolta moderata di Berlusconi allarma il fronte del nord: «Ma no alla scissione»
«Ho letto i giornali stamani e mi è venuto il mal di testa dalla dietrologia. In Forza Italia si discute, nessuno deve rinunciare alle proprie idee, ma chi...

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«Ho letto i giornali stamani e mi è venuto il mal di testa dalla dietrologia. In Forza Italia si discute, nessuno deve rinunciare alle proprie idee, ma chi auspica o addirittura fomenta scissioni resterà molto deluso. Il partito è la casa di tutti, Berlusconi il presidente di tutti». Lo scrive su Facebook Giovanni Toti, presidente della regione Liguria e consigliere politico di Silvio Berlusconi. Torna infatti con forza l'incubo scissione dopo la svolta moderata di Forza Italia. Il fronte del nord, ovvero gli azzurri convinti della necessità di un'alleanza strutturale con Lega e Fratelli d'Italia, ha contrastato fino all'ultimo il sostegno a Guido Bertolaso. Ma "in Forza Italia si discute, poi si decide", dice anche Paolo Romani, "chi auspica o fomenta scissioni rimarrà molto deluso".


Il problema però resta tutto. Il Cavaliere ha infatti spiegato chiaramente l'idea che sta dietro alla decisione romana:  «Noi non siamo la destra. Per quel che valgono queste categorie, Forza Italia è un partito moderato, alternativo alla sinistra e alleato con la destra, come lo sono le forze politiche del Ppe più o meno in tutt'Europa». L'identikit tracciato dal Cavaliere lascia pochi dubbi su collocazione, alleati e leadership e suona come un avvertimento ai  «lepenisti» Meloni e Salvini del tipo "scordatevi la guida del centrodestra". 

   Non stupiscono dunque le reazioni piccate di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Per il primo,  «è chiaro che se Forza Italia va avanti così, non ha un gran futuro». Per la seconda «il centrodestra che conoscevamo non esiste più». E non stupisce nemmeno il rinnovato interesse verso il Berlusconi in versione moderata da parte dei centristi Casini («Berlusconi sta resistendo alla deriva populista») e  Schifani («Dal Cavaliere un guizzo di coerenza»). Tutta la guardia berlusconiana, da Renato Brunetta a Annalisa Calabria , scende a difesa del Cavaliere. Ma nel partito la tensione è alta.


La cordata  del nord, che ha appunto i suoi campioni in Giovanni Toti e Paolo Romani, ancora non si capacita del no alla Meloni. Ma un ripensamento in favore  della leader di Fratelli d'Italia è ormai inimmaginabile, anche se il partito della Meloni potrebbe come ritorsione escludere Forza Italia dalle intese in altre città, rendendola così residuale. Il fatto è che, oltre al «cerchio magico», anche i vertici aziendali dell'impero berlusconiano sono contrari a un'intesa con «Giorgia e Matteo» perche sposterebbe Forza Italia su posizioni «estremiste». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero