La Sierra Leone è stata sconvolta dalla violenza della pioggia: un'alluvione ha trasformato le strade in fiumi di fango che hanno sommerso almeno trecento persone, tra...
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«Abbiamo perso tutto e non abbiamo un posto per dormire», ha spiegato ai media una donna sconsolata, che viveva nella zona collinare di Juba e che stanotte intorno alle 4 è stata svegliata dalla pioggia battente, ma è riuscita a mettersi in salvo con il marito ed i tre figli salendo sul tetto, prima che la loro casa venisse sommersa dall'acqua. E sui commenti pubblicati nei siti di informazione locale si moltiplicano i messaggi di condoglianze: «Un altro giorno triste da ricordare nella vita e nei tempi del nostro amato paese. Le anime lontane restino in pace». Ma anche duri atti d'accusa: «Non è la sola pioggia che ha causato la frana, ma la deforestazione e la rapida costruzione di case senza pensare alla pianificazione del drenaggio nella zona intorno». Freetown, città costiera sovraffollata di 1,2 milioni, è colpita periodicamente da inondazioni durante i parecchi mesi di pioggia, che distruggono insediamenti improvvisati, e il contatto con l'acqua putrida provoca la diffusione di malattie pericolose come il colera. Molte delle aree più povere, tra l'altro, sono vicine al livello del mare ed hanno uno scarso sistema di drenaggio, così l'effetto delle inondazioni è ancora più devastante.
Nel 2015 un fiume di fango uccise dieci persone lasciando migliaia senzatetto. Quella delle inondazioni è sono una delle piaghe che affliggono la Sierra Leone: nel 2014 il Paese è stato tra i più colpiti in Africa occidentale dal virus dell'Ebola, costato la vita ad oltre quattromila persone. Un disastro che ha contribuito ad affossare un'economia tra le più fragili del mondo, dove circa il sessanta percento della popolazione vive sotto la soglia di povertà, secondo le stime delle Nazioni Unite.
Il Messaggero