Siena, rapinatore seriale di banche si pente e fa ritrovare gli "attrezzi"

Una veduta della città di Siena
Il rapinatore seriale di banche nella provincia di Siena, arrestato a fine gennaio dai carabinieri, ha deciso di collaborare con la giustizia e ha indicato e fatto ritrovare agli...

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Il rapinatore seriale di banche nella provincia di Siena, arrestato a fine gennaio dai carabinieri, ha deciso di collaborare con la giustizia e ha indicato e fatto ritrovare agli investigatori il kit con gli "strumentI" da lui usati per compiere le rapine. Interrogato dal pm della Procura di Siena, Nicola Marini, il rapinatore si è addirittura complimentato per l'ottima attività svolta nei suoi confronti dagli inquirenti e ha fatto una serie di ammissioni sulle numerose rapine da lui commesse, anche quelle fuori dalla provincia di Siena sulle quali sono in corso ora le indagini. Il detenuto ha ammesso anche di aver progettato altre rapine in provincia di Pisa. Da quando era strettamente monitorato dai carabinieri, al suo rientro da una vacanza nelle Antille, aveva compiuto una serie di sopralluoghi nei dintorni di piccole filiali di paese, studiando itinerari, modalità e vie di fuga per mettere a segno nuovi "colpi".


Non erano ancora stati rinvenuti gli oggetti utilizzati per le rapine che ancora mancavano all'appello. Il malvivente ha però fornito al pm Marini e ai carabinieri le indicazioni per ritrovarli. Così, i militari hanno percorso un sentiero in un bosco nel comune di Pomarance (Pisa), vicino alla frazione di Montegemoli, e sotto un cumulo di macerie, hanno rinvenuto la sacca indicata dal rapinatore. Era stata nascosta lì perché quella zona era stata scelta dal rapinatore per il compimento di altri "colpi". All'interno del contenitore i militari hanno trovato la pistola che cercavano, una scacciacani nera priva di tappo rosso ma totalmente simile ad una pistola vera, la sacca nera osservata nei video registrati nelle banche, una collezione di collant da donna e un berretto da pescatore a falde larghe usati per i travisamenti. Nel saccone c'erano anche la fasciatura utilizzata per occultare i tatuaggi dell'avambraccio destro del rapinatore, due coppie di targhe rubate e un cacciavite utilizzato per i cambi targa.
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Il Messaggero