Sicilia, impiegato non va al lavoro per tre anni. I colleghi: «Mai visto in faccia»

La sede del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia
Più che un assenteista o un furbetto del cartellino si potrebbe definire un fantasma vero e proprio. E sì perché lui, impiegato all’Ufficio Urbanistica...

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Più che un assenteista o un furbetto del cartellino si potrebbe definire un fantasma vero e proprio. E sì perché lui, impiegato all’Ufficio Urbanistica di una cittadina del Messinese, al lavoro non ci andava proprio mai. E i suoi colleghi per quasi tre anni i suoi colleghi non l'hanno mai visto in faccia. Ad aleggiare nelle stanze del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto insieme alla sua ombra c’era solo il suo badge che timbrava furtivamente come si addice a chi è esperto in sparizioni professionali. Peccato però che di professionale la sua prestazione non avesse nulla. Un vero dipendente virtuale che in tanti giorni di (mancato) servizio non ha mai potuto scambiare quattro chiacchiere col vicino di scrivania. E non ha neanche avuto la gioia di consumare uno snack al distributore durante la pausa. Perché la pausa in questione per Giovanni Mascia era assai prolungata. Praticamente senza soluzione di continuità. E trascorsa rigorosamente da un’altra parte. Per due anni e nove mesi.


Sono stati i finanzieri a investigare su di lui dal luglio 2012 all’aprile 2015 concludendo ora l’indagine. Nell’ambito del contrasto al fenomeno dell’assenteismo negli enti pubblici e dell’accertamento dei conseguenti danni arrecati all’erario, con la direzione della locale procura della Repubblica. Un'indagine partita in sordina e quasi per caso dopo un accertamento fatto  dalla polizia municipale. Seguito alla segnalazione di un caposervizio che si lamentava della scarsità di personale  a disposizione. Da qui la “scoperta”: nell’elenco dell’organico c’era anche questo (potenziale) lavoratore che il dirigente sosteneva di non aver mai visto. Così sono state avviate le ricerche di testimonianze e di particolari utili e si è arrivati alla richiesta di rinvio a giudizio per reati di truffa aggravata e continuata per l’impiegato invisibile. E di abuso d’ufficio in concorso per altre tre persone dell’amministrazione comunale che, all’epoca dei fatti, ricoprivano le cariche di dirigente, segretario generale e assessore con delega all’urbanistica. Tutte a conoscenza dell’assenza del loro dipendente. Il danno erariale? Quantificato in oltre 64.000 euro.
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Il Messaggero