La piccola Alua torna nella sua scuola Shalabayeva: «Qui una grande famiglia»

La piccola Alua torna nella sua scuola Shalabayeva: «Qui una grande famiglia»
Se la vicenda della Shalabayeva e della figlia fosse un film quello di ieri sarebbe l’ultimo ciak. Il finale che non ti...

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Se la vicenda della Shalabayeva e della figlia fosse un film quello di ieri sarebbe l’ultimo ciak.




Il finale che non ti aspetti, che stordisce ed emoziona prima dei titoli di coda. Quell’immagine che ti fa rimanere in silenzio all’uscita dalla sala almeno fino a quando la vita non ti riprende a schiaffi.



Sono le 9 del mattino di giovedì. La piccola Alua, appena sette anni, cammina mano nella mano con altri due bambini nel cortile della scuola inglese di Casalpalocco. Dà le spalle alla madre che la segue con gli occhi mentre le mani sono davanti alla bocca, come in preghiera. Alua sale le scale che la riportano, dopo una terribile avventura, nella sua classe, tra i suoi compagni che da un anno la aspettano e non fanno che chiedere «Chi ha portato via Alua?». Pochi istanti e scoppiano delle urla di gioia. Quelle spacca timpani che solo i bambini sanno fare manifestando senza freni la loro gioia. La mamma ha gli occhi lucidi: «Siamo tornati a Casalaplocco perché qui ci hanno voluto bene, qui ci sono gli amici della mia bambina, qui tante persone ci hanno abbracciato. Come una piccola grande famiglia».



Eccola l’altra faccia del giallo kazako, una storia con mille ombre ancora tutta da chiarire. E’ la faccia di una bambina con gli occhi a mandorla e dei suoi piccoli amici. Alua è la figlia del dissidente kazaco Mukhtar Ablyazov. Alla fine di maggio è stata catturata insieme alla madre dalla polizia italiana come fosse una terrorista. Un blitz nella notte di cinquanta agenti che hanno fatto irruzione nella loro villa di Casalpalocco. A tempo di record Alua e sua madre sono state consegnate nelle mani del regime kazako.



Mercoledì sera, a sorpresa, sono atterrate all’aeroporto di Fiumicino. «Sono rimasta colpita - racconta - molte persone mi hanno riconosciuto come se fossi una persona famosa. Ma io sono solo una mamma. Perfino il tassista si è voltato e ha scandito il mio nome». Con l’aiuto dei genitori di alcuni compagni di classe sta cercando una nuova casa nella zona di Casalpalocco. Nella sua ex villa, ora vive l’allenatore della Roma, Rudy Garcia: «Me lo hanno detto» dice, accennando un sorriso.



IL PRIMO GIORNO

Alma racconta: «Mia figlia si è svegliata alle cinque di mattina. Saltava felice sul letto perché tornava a scuola. Aveva una gran voglia di rivedere i suoi compagni. Si è preparata in pochi minuti». Il papà di un compagno di classe è passato a prenderle alle 8 e mezza perché lei non ha la macchina. Hanno lasciato l’auto nel parcheggio e sono entrati. Subito sono state riconosciute. E allora abbracci, sorrisi. «In tanti ci dicono bentornate, è bellissimo. Come è bellissimo il video che hanno fatto i bambini quando eravamo in Kazakistan. L’ho visto dieci volte e ho sempre pianto» dice Alma.



La piccola Alua era emozionatissima ma a farla ”sciogliere” ci hanno pensato gli amichetti che l’hanno portata nell’aula di ”Wake up - Shake up” dove tutti insieme hanno ballato prima delle lezioni. Poi finalmente il suono della campanella. E il ritorno a quel banco rimasto troppo a lungo vuoto senza un perché. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero