Senato, la maggioranza tiene in attesa della prova del voto segreto

Senato, la maggioranza tiene in attesa della prova del voto segreto
Non è la prima volta e probabilmente non sarà nemmeno l'ultima che mesi e mesi di polemiche si sciolgono alla fine come neve al sole. Sta accadendo a Palazzo Madama dove...

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Non è la prima volta e probabilmente non sarà nemmeno l'ultima che mesi e mesi di polemiche si sciolgono alla fine come neve al sole. Sta accadendo a Palazzo Madama dove sulle riforme costituzionali la maggioranza sta dimostrando di avere numeri solidi, persino superiori a quanto previsto anche dai più ottimisti.




Il pallottoliere del sottosegretario Luca Lotti e del capogruppo Luigi Zanda, entrambi del Pd, nei giorni scorsi segnavano una quota sotto i 170 ed invece stamattina si è arrivati a 177 nel recepire il super emendamento che riscrive l'articolo 1. La maggioranza tiene, le opposizioni ostentano un po' di cagnara per coprire i tanti senatori persi e che ora, votando la riforma insieme a Pd e centristi, mettono in sicurezza la legislatura. Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire, anche se manca ancora la prova con il voto segreto. Sei ne ha ammessi il presidente Pietro Grasso.



Sei voti che saranno un po' la prova del nove per la maggioranza che spinge per le riforme, ma anche sulla scarsa volontà degli attuali senatori di andarsene subito a casa. È vero, il Senato dalla prossima legislatura e referendum permettendo, non ci sarà più ma nemmeno il tacchino chiede di anticipare la feste del ringraziamento. Si cerca quindi di resistere, ma nel frattempo si compone uno strano fronte di nemici della riforma. Uno schieramento che va dal M5S alla Lega, da Forza Italia alla sinistra di Sel. Nemici del ddl Boschi che, tra qualche mese al referendum confermativo, comporranno una interessante quanto inedita alleanza. I comitati del 'No' che mettono insieme Salvini e Vendola, Berlusconi e Grillo saranno tutti da seguire.
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Il Messaggero