Le associazioni scrivono a Grasso: il Senato approvi la legge sui testimoni di giustizia

Piero Grasso
Questa mattina le associazioni Arci, Acli, Avviso Pubblico, Centro Pio La Torre, Legacoop, Legambiente, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, SOS Impresa e i...

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Questa mattina le associazioni Arci, Acli, Avviso Pubblico, Centro Pio La Torre, Legacoop, Legambiente, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, SOS Impresa e i sindacati Cgil, Cisl, Uil, hanno inviato una lettera al Presidente Pietro Grasso e ai capigruppo del Senato della Repubblica per richiedere l’approvazione, entro la fine di questa legislatura, della proposta di legge di riforma della normativa in materia di testimoni di giustizia. «Vi scriviamo questa lettera - si legge nel documento - nella consapevolezza che in questa fase finale di legislatura sono diversi i provvedimenti di cui viene richiesta l’approvazione. Tra questi, tuttavia, non possiamo non sottoporre alla Vostra attenzione, quello che a nostro giudizio è uno dei più importanti ovvero la proposta di legge di riforma della normativa in materia di testimoni di giustizia (PDL 3500, Bindi-Gaetti).


Un tema sul quale anche la Commissione parlamentare antimafia ha redatto e approvato una specifica relazione, sulla quale l’Assemblea di Camera e Senato hanno da tempo espresso pieno consenso attraverso l’approvazione di appositi atti di indirizzo». «Si tratta di un provvedimento già licenziato all’unanimità dalla Camera dei deputati nel mese di marzo e, alcune settimane fa, dalla Commissione Giustizia del Senato. L’approvazione della proposta di legge non è solo uno dei punti che noi scriventi abbiamo inserito in un appello pubblico che abbiamo rivolto, a gennaio di quest’anno, al Governo e al Parlamento ma è, soprattutto, un provvedimento atteso da tempo dai testimoni di giustizia, ovvero da cittadini onesti, con un alto senso dello Stato, che hanno avuto il coraggio di denunciare dei gravi reati alle autorità competenti, contribuendo a bonificare l’Italia dall’invasività delle mafie, della corruzione e del malaffare. Per questi motivi, siamo unanimemente a chiedervi di calendarizzare il provvedimento in occasione della prossima Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari e, successivamente, di discuterlo e approvarlo in Aula. Chi ha messo in gioco la propria vita e quella dei propri famigliari, dovendo vivere sotto scorta, cambiando spesso identità e luogo di residenza e di lavoro per evitare di essere intimidito e assassinato, ha il diritto di sentire forte e chiaro che le Istituzioni sono schierate chiaramente dalla sua parte».
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Il Messaggero