Florida, scattavano selfie accanto ai pazienti in rianimazione: arrestati due paramedici

Scattavano le foto per intrattenere i tecnici di emergenza sanitaria
Il caso è stato battezzato dai media come “guerra dei selfie”: in Florida, due paramedici si sono sfidati a colpi di foto insieme a pazienti incoscienti o...

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Il caso è stato battezzato dai media come “guerra dei selfie”: in Florida, due paramedici si sono sfidati a colpi di foto insieme a pazienti incoscienti o inabili. E così, la moda social diventa protagonista di fatti al limite del macabro. Già in diverse occasioni la cronaca ha raccontato di assassini che non hanno esitato a farsi un selfie con il cadavere. Stavolta, invece, bersaglio inconsapevole diventano i malati. Kayla Renee Dubois, 24 anni, e Christopher Wimmer, 33, sono rei di aver posato con decine di ricoverati.


Dei 41 che, fino a questo momento, la polizia è stata in grado di identificare, due sono morti e solo tre avrebbero dato il consenso alle foto, ritenendo fosse una richiesta innocente e non il permesso di entrare in un album di figurine dell’infermità. Il comunicato stampa rilasciato dallo sceriffo della contea di Okaloosa riferisce che i protagonisti sono 19 donne e 17 uomini. Dalle intercettazioni telefoniche si evince che Dubois e Wimmer abbiano iniziato questo gioco per intrattenere i tecnici di emergenza medica: uno scambio di immagini che li ritrae nelle stanze di degenza, nelle ambulanze e nelle sale operatorie. Nelle foto rinvenute, Wimmer scatta il selfie mentre tiene le palpebre aperte ad un paziente sedato; in un altro si mette in posa accanto ad un’anziana con uno dei seni in bella vista.

La Dubois, poi, si è dilettata anche nei video insieme ad un ammalato che, probabilmente, cercava il suo modo di reagire agitando braccia e gambe, mentre lei commentava divertita guardando in camera. Materiale sempre più oltraggioso che, inizialmente, è costato il posto di lavoro ad entrambi. Kayla Renee Dubois, infatti, è stata licenziata all’inizio dell’indagine; poche ore dopo Wimmer ha rassegnato le dimissioni. Poi i due sono stati arrestati. I colleghi a cui erano state mostrate le immagini si sono resi disponibili a collaborare con le forze dell’ordine. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero