Scuola, Camusso: «Il governo è insopportabile, è una presa in giro»

Scuola, Camusso: «Il governo è insopportabile, è una presa in giro»
«Mi suona come una gigantesca presa in giro. È sempre più insopportabile». Così il leader della Cgil, Susanna Camusso, interpellata sulle intenzioni del governo di chiudere...

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«Mi suona come una gigantesca presa in giro. È sempre più insopportabile». Così il leader della Cgil, Susanna Camusso, interpellata sulle intenzioni del governo di chiudere «in tempi brevi» la riforma della scuola con un impegno ad assumere. Quanto ad un confronto, «stiamo ancora aspettando la convocazione. Forse hanno perso il nostro indirizzo» aggiunge Camusso, a margine di un convegno alla Camera di Commercio di Milano.




«Adesso scopriamo che c'è fretta, quindi immagino arrivino maxi emendamenti per la fiducia, ma credo si sia andati oltre la normale dialettica nel rapporto tra le parti e che non ci sia nessun rispetto dei soggetti collettivi», aggiunge Camusso ribadendo che da parte del governo «si è tentata un'operazione di divisione fra lavoratori, contrapponendo i precari al resto del mondo della scuola». Il segretario della Cgil ricorda poi che «il 5 maggio, in risposta al più grande sciopero della storia del mondo della scuola, il Governo aveva detto che bisognava aprire un confronto a Palazzo Chigi con le parti, ma stiamo ancora aspettando».



La Camusso ha commentato poi la lettera inviata dalle Rsu dell'Atm contro il trasporto dei profughi dalla Stazione Centrale ai centri di accoglienza: «È un gesto che comunque lo si voglia raccontare è razzista. Credo siano partiti da un problema, ma abbiano sbagliato indirizzo nel senso che invece di definire con l'azienda le modalità, hanno deciso un gesto che oggettivamente si trasforma in un gesto di discriminazione nei confronti dei rifugiati».



Poi, in merito all'atteggiamento del Governo sulla riforma della scuola, il segretario generale della Cgil ha sottolineato: «Penso che ci sia un disprezzo nei confronti del mondo della scuola, che viene utilizzato, ma non è vero che si ascolta e che si vogliono costruire assieme le soluzioni. Non è vero che bisogna fare la riorganizzazione della scuola per assumere i precari». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero