Elezioni, la parentopoli degli scrutatori: «Uno su tre non è sorteggiato»

Elezioni, la parentopoli degli scrutatori: «Uno su tre non è sorteggiato»
L'Italia del tengo famiglia si ritaglia uno strapuntino anche accanto alle cabine elettorali. Mogli, figli, nipoti, amici degli amici, soprattutto amici dei politici, quasi un...

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L'Italia del tengo famiglia si ritaglia uno strapuntino anche accanto alle cabine elettorali. Mogli, figli, nipoti, amici degli amici, soprattutto amici dei politici, quasi un terzo dei 246mila scrutatori che nei prossimi due giorni gestirà il voto e lo spoglio lungo lo Stivale è stato nominato a discrezione dell'ufficio elettorale del proprio comune. Niente sorteggio, insomma, considerando che l'estrazione non è più obbligatoria dal 2005 e sopravvive, per prassi, più che altro nei grandi centri, per esempio a Roma, dove devono essere reclutati oltre 15mila addetti. Più comodo, quando si ha a che fare con i grandi numeri, delegare l'ingaggio a un cervellone elettronico, che pesca a caso dall'albo cittadino.


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Nei piccoli comuni invece spesso avviene il contrario. La selezione è molto più, diciamo, home made. Fatta in casa. Anzi in famiglia. Ci si affida all'«istinto» del sindaco e della commissione elettorale locale, composta da consiglieri di maggioranza e opposizione. A scorrere gli elenchi, da Nord a Sud del Belpaese, si scopre che ad aggiudicarsi il posto da scrutatore (120 euro al giorno) sono la figlia dell'assessore, il marito della consigliera comunale, la mamma del sindaco, l'ex politico o l'assessore in carica. Tutto in regola, per carità, la legge lo consente. A qualcuno, però, viene il dubbio che, così facendo, l'incarico elettorale traligni in un assistenzialismo familistico poco opportuno oppure, aspetto più pericoloso, che si riesca a controllare lo scrutinio un po' troppo da vicino.

Andrea Augello, ex sottosegretario alla Pubblica amministrazione e senatore uscente, uno che di campagne elettorali ne ha viste da quando aveva i calzoni corti, sostiene che «qualche rischio c'è, soprattutto nei paesini, dove non arrivano i rappresentanti di lista dei partiti». In teoria c'è sempre il presidente di seggio, nominato dalla Corte d'Appello, e il segretario di sua fiducia. «Ma capitano presidenti inesperti, suggestionabili. Alcuni li ho visti assentarsi durante il voto o affidare pacchi di schede al singolo scrutatore, sviste marchiane».

Il campionario dei famigli è bipartisan. Destra, sinistra, civici e grillini. Ad Anguillara Sabazia, 19mila anime sul lago di Bracciano, provincia di Roma, la sindaca Sabrina Anselmo (M5S), ha nominato scrutatori la madre e la sorella. Interpellata sull'argomento, non ha voluto chiarire. «A breve la contatto», la risposta via Whatsapp di due giorni fa. E basta. A Dragoni, piccolo centro del Casertano, Angelo Santoro, eletto consigliere con 18 voti nella lista Dragoni prima di tutto, ha pensato alla famiglia prima di tutto. E infatti è riuscito a piazzare la figlia tra gli scrutatori.

VIZIO BIPARTISAN
A Campi Bisenzio, comune Pd in provincia di Firenze, è stato scelto come scrutatore il marito di una consigliera di Forza Italia, indicato da chi? Dall'opposizione. Per par condicio, nelle liste degli addetti ai seggi figura anche un ex assessore comunale della Sinistra e un assessore in carica con il Pd, solo quest'ultimo «sorteggiato e non nominato, a differenza degli altri due», dice Niccolò Rigacci, membro della Commissione elettorale comunale, in quota M5S.


A Como la parentopoli degli scrutatori è diventata un caso cittadino. L'assessore Francesco Pettignano, centrodestra, ha nominato scrutatrice la figlia. «Non vedo perché avrei dovuto escluderla - ha spiegato al giornale locale la Provincia - è una studentessa universitaria». Insomma, i giovani vanno aiutati. Negli stessi elenchi compariva anche un consigliere di Fratelli d'Italia. Nessuno dei due però sarà davanti alle cabine, oggi, perché quando la vicenda è venuta fuori sui media comaschi, il sindaco ha chiesto la rinuncia di entrambi. A Pomezia, alle porte di Roma, dove il sindaco Fabio Fucci è appena uscito dal M5S, nelle tabelle degli scrutatori c'è la moglie Veronica Filippone. Il nome è spuntato durante un sorteggio, spiegano dal Comune, niente nomina diretta. Solo fortuna. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero