Scozia, scoperta una nuova copia del "First Folio", la prima raccolta delle principali opere di Shakespeare

Scozia, scoperta una nuova copia del "First Folio", la prima raccolta delle principali opere di Shakespeare
Il prossimo 23 aprile si celebreranno i 400 anni dalla morte di William Shakespeare, uno degli autori fondamentali della letteratura e del teatro di ogni tempo. La ricorrenza...

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Il prossimo 23 aprile si celebreranno i 400 anni dalla morte di William Shakespeare, uno degli autori fondamentali della letteratura e del teatro di ogni tempo. La ricorrenza sarà festeggiata ovunque nel mondo e numerosi eventi sono previsti durante il corso di tutto il 2016.


Per un caso fortunato, o per uno studiato calcolo delle tempistiche, è stata appena diffusa la notizia di un’importante scoperta connessa con questo anniversario: in una biblioteca scozzese è stata rinvenuta una copia del “First Folio”, la prima raccolta delle principali opere del Bardo, risalente al 1623 (sette anni dopo la sua morte). Si tratta, in altre parole, del primo catalogo di testi che, morto Shakespeare, venne redatto dai suoi estimatori e colleghi: vi sono presenti, infatti, ben 36 opere, il fiore della sua produzione drammaturgica.

Il tomo era custodito da più di un secolo nella Mount Stuart House, sull’isola di Bute, di fronte alla costa occidentale della Scozia, a due ore di macchina da Glasgow. L’autenticità dell’opera è stata confermata dalla professoressa Emma Smith, titolare della cattedra di Studi shakespeariani a Oxford. Per avere un’idea dell’importanza di questa scoperta, basti pensare che, senza il “First Folio”, non avremmo avuto le copie originali di più della metà di tutti i drammi e le commedie del Bardo, incluse Macbeth e La Tempesta. Con la conferma data dalla professoressa Smith, arriva a 234 il numero noto delle copie sopravvissute fino a oggi. Un altro “First Folio” venne scoperto due anni fa a Saint Omer, in Francia.

La studiosa inglese fa sapere che la raccolta appena rinvenuta appartenne a Isaac Reed, un consulente letterario attivo a Londra nel XVIII secolo. In una lettera, infatti, Reed conferma di averla acquistata nel 1786, mentre da altri documenti risulta che nel 1807, dopo la sua morte, il tomo passò a tale “J.W.” per la cifra di 38 sterline. Dopo questa acquisizione, non si hanno più notizie certe sul “Folio”; esso non compare neanche nel “censimento” delle copie note, realizzato da Sidney Lee nel 1906. Il passaggio a Mount Stuart è avvenuto in un momento imprecisato durante il secolo che separa queste due date (1807-1906): se ne parla, infatti, in un catalogo della biblioteca dove oggi è stato trovato, risalente al 1896.

Questa edizione del “First Folio” ha una particolarità: è divisa in tre volumi e presenta varie pagine bianche, che probabilmente sarebbero state destinate alle illustrazioni. Commenta ancora la professoressa Smith: «Quando pensiamo a Shakespeare, di solito immaginiamo le sue opere rappresentate sul palcoscenico. Ma i testi scritti e il “First Folio” sono centrali per comprenderne la produzione. Mi auguro che la ricorrenza di quest’anno incoraggi le persone a rileggere i testi dei suoi capolavori».


L’importante scoperta costituirà il punto centrale di un nuovo programma di formazione e, da oggi sino al 30 ottobre, sarà esposta a Mount Stuart nell’ambito di una mostra allestita per l’anniversario shakespeariano. Alice Martin, responsabile della collezione di Mount Stuart, ha commentato: «In termini di scoperte letterarie, siamo davvero entusiasti che questo rinvenimento sia avvenuto a Bute». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero