Scozia, il premier Salmond annuncia le dimissioni dopo il “no” all'indipendenza. La regina: «Ora andiamo avanti»

Salmond
Confermando voci apparse sui media britannici, il primo ministro scozzese Alex Salmond ha annunciato le sue dimissioni durante una conferenza stampa ad Edimburgo. Una decisione...

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Confermando voci apparse sui media britannici, il primo ministro scozzese Alex Salmond ha annunciato le sue dimissioni durante una conferenza stampa ad Edimburgo. Una decisione dura ma quasi obbligata dopo il fallimento del referendum per l'indipendenza della Scozia, su cui aveva puntato tutto.








L'annuncio Salmond ha detto che darà le dimissioni da First Minister in novembre, quando sarà scelto al suo posto un nuovo leader dello Scottish National Party (Snp). «Oggi David Cameron si è rifiutato di impegnarsi per una seconda lettura a Westminster di una legge per maggiori poteri alla Scozia entro il 27 marzo 2015. Una promessa fatta da Gordon Brown nella campagna referendaria», ha anche detto durante la conferenza stampa. «Il premier ha detto che quel voto sarebbe senza senso», ha aggiunto Salmond. «Ho il sospetto che non riesca a garantire il sostegno del suo partito». Per il First Minister, «i veri guardiani del progresso non sono i politici di Westminster o quelli di Holyrood (il Parlamento di Edimburgo, ndr) ma l'attivismo di decine di migliaia di persone che come prevedo rifiuteranno di tornare nell'oblio politico».



La vittoria del no La Scozia ha deciso di restare nel Regno Unito e milioni di inglesi che temevano la dissoluzione della Gran Bretagna con uno schiaffo senza precedenti alla sua storia hano tirato un enorme sospiro di sollievo. I “No” hanno vinto il referendum sull'indipendenza con il 55% e il “Sì” di conseguenza si è fermato al 45%: dieci punti percentuali di distacco, 2.001.926 voti contro 1.617.989.



Poco meno di quattrocentomila elettori - la differenza tra i due schieramenti - hanno stabilito che l'Inghilterra rimarrà una nazione unita e senza “mutilazioni”. Se fosse dipeso da Glasgow, la città più popolosa, i separatisti avrebbero vinto. Ma Edimburgo, le Highlands, le Isole Ebridi, il Galloway, l'Abeerdeenshire - la Scozia rurale, silenziosa e vagamente “magica” che vive tra la brughiera e il Mare del Nord - ha pensato che fosse più saggio mantenere il matrimonio plurisecolare con Londra.



La regina: «Ora andiamo avanti». Dopo le discussioni e i dibattiti nel referendum scozzese «ora andiamo avanti». È quanto afferma la regina Elisabetta II in una nota personale inviata dalla residenza di Balmoral in Scozia. Nonostante la differenza di opinioni «abbiamo in comune un amore duraturo per la Scozia, che è una delle cose che aiuta a tenerci uniti».















































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Il Messaggero