Scozia, drogava donne incinte per causare il parto cesareo: infermiera rischia la radiazione

Credits: Daily Record
Ha drogato ben 13 donne incinte prescrivendo loro di prendere degli ormoni che rallentano il battito fetale, forzandole a necessitare di parti cesarei d’emergenza e rendendo...

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Ha drogato ben 13 donne incinte prescrivendo loro di prendere degli ormoni che rallentano il battito fetale, forzandole a necessitare di parti cesarei d’emergenza e rendendo così il suo lavoro più facile. Sarà interdetta per sempre dagli ospedali e dalle sale operatorie Kirsteen Stewart, infermiera 48enne di un paese nei pressi di Aberdeen, la terza città più popolosa della Scozia. La donna avrebbe messo in pericolo la vita dei bambini, prima ancora che delle mamme, esclusivamente e deliberatamente per fare i propri interessi.

L’infermiera avrebbe dato alle donne incinte grandi quantità di ossitocina, un ormone che stimola le contrazioni della muscolatura dell’utero. Nell’ultimo periodo della gravidanza questo esercita un ruolo importante nell’inizio e nel mantenimento del travaglio e del parto. Ma, se prescritto in dosi eccessive e senza nessun motivo, può risultare tossico, se non addirittura letale per il feto. Fortunatamente, in questo caso, tutti i piccoli sono nati senza gravi conseguenze, anche se tre di loro hanno dovuto trascorrere del tempo in terapia intensiva neonatale prima di tornare tra le braccia delle loro madri.
«Comportandosi in questo modo, ha fatto solo i propri interessi, non quelli delle pazienti – ha dichiarato Michael Collis del Nursing and Midwifery Coucil, una sorta di comitato sindacale degli infermieri neonatali -. Inoltre la donna ha violato uno dei principi fondamentali della nostra professione, che ha subito un duro colpo per qual che riguarda la credibilità a causa della sua condotta non corretta».
Proprio per questo, la Stewart sarà presto rimossa dall’albo professionale e non potrà più lavorare in nessun ospedale o clinica del Paese. Già la polizia aveva indagato sul suo caso nel 2010, ma non era stato avviato nessun procedimento legale. Tuttavia, le autorità si sono dette disponibili a riaprilo, data l’evidenza dei fatti. Tutto si è svolto tra il novembre del 2007 e il marzo del 2010 nella clinica materna di Aberdeen dove la Stewart lavorava. Ma le mamme vittime dell’infermiera non hanno mai smesso di chiedere giustizia per quanto avevano subito.
«E’ un miracolo che nessuno dei bambini sia morto – hanno commentato dall’Associazione nazionale dei pazienti – e gli altri infermieri dovrebbero essere ringraziati per essere sempre vigili nell’aiutare le donne incinte a dare alla luce i loro bambini». In tutti i piccoli trattati dalla Stewart si era verificata una bradicardia anomala, un calo dei battiti del cuore al minuto inspiegabile se non attraverso l’induzione. E di sicuro l’ossitocina, che può per altro essere prescritta solo da un medico, può essere una delle cause più certe.

Bisognerà aspettare la fine della settimana per scoprire a quale destino andrà incontro l’infermiera e se il caso verrà riaperto anche a livello legale.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero