Concordia, un allievo ufficiale al processo: «Schettino saltò sulla scialuppa prima di me»

Concordia, un allievo ufficiale al processo: «Schettino saltò sulla scialuppa prima di me»
Una testimonianza scuote il processo sul disastro della Concordia. «Il comandante Schettino saltò, poco prima di me, sul tetto di una scialuppa al ponte 4» che poco dopo rimase...

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Una testimonianza scuote il processo sul disastro della Concordia. «Il comandante Schettino saltò, poco prima di me, sul tetto di una scialuppa al ponte 4» che poco dopo rimase sommerso per lo sbandamento della nave. Lo ha testimoniato stamani al processo di Grosseto, allievo ufficiale della Concordia, Stefano Iannelli, che il 13 gennaio 2012 faceva parte dell'equipaggio.


Il processo è ripreso a Grosseto proprio con l'audizione di Stefano Iannelli, allievo ufficiale di coperta della Concordia. In aula, anche all'udienza di oggi, il comandante Francesco Schettino, unico imputato. Che fosse una situazione grave Schettino lo aveva capito subito, tanto che, sempre secondo Iannelli, il comandante gridò: «Cosa ho fatto? Ho finito di navigare!».



«Sul ponte 4, su lato di dritta - ha ricordato ancora Iannelli rispondendo alle domande del pm Stefano Pizza -, era stata formata una catena umana, per non scivolare, io facevo parte del team di soccorso Tango India e intervenimmo su almeno cinque infortuni». Poi, ha ricordato Iannelli, rispondendo al pm Stefano Pizza, nelle fasi concitate dell'evacuazione della nave, «quando non vedevo più nessun passeggero, insieme a Schettino, Garrone, un elettricista, un'infermiera della Concordia e Salvatore Ursino, arrivammo dove c'era una scialuppa. Io saltai sul tetto, il comandante Schettino vi era saltato poco prima».



«Appena la lancia partì, la nave si ribaltò di lato e il ponte dove eravamo andò sott'acqua», ha proseguito Iannelli. «Durante il tragitto verso la riva del Giglio, recuperammo dei passeggeri in acqua». «Appena la lancia partì, la nave si ribaltò di lato e il ponte dove eravamo andò sott'acqua», ha proseguito Iannelli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero