ROMA - A sorpresa, dal manipolo degli eurofalchi ieri è venuto un sì al compromesso tra la Grecia e i creditori: il finlandese Alexander Stubb, ministro delle Finanze, ha...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ancora ieri, mentre il Parlamento greco aveva avviato la discussione sul nuovo pacchetto di riforme che dovrebbe scongiurare lo spettro dell'insolvenza, da Berlino non arrivavano segnali positivi. Schaeuble non ha mai nascosto, in questi giorni, la preferenza per un'altra soluzione rispetto al pacchetto di aiuti negoziato da Grecia e creditori: preoccupato per il debito, vorrebbe un più magro finanziamento-ponte, per scavalcare la data di giovedì prossimo, quando la Grecia dovrebbe rimborsare 3,4 miliardi di euro di interessi alla Banca centrale europea. Un puntello provvisorio, «per studiare con maggiore attenzione i dettagli». Ieri il sito della Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), influente quotidiano conservatore tedesco, ha rivelato che la Commissione Europea ha inviato agli Stati membri dell'eurozona «un piano B», nel caso non dovesse andare a buon fine l'accordo previsto all'Eurogruppo convocato per oggi. E questo piano B, secondo la Faz, sarebbe basato su un finanziamento-ponte.
DIFFERENZE
L'insistenza mediatica su questo punto indica che la diffidenza di Berlino non è ancora dissipata. La Germania vuole tenere alta l'asticella. Differenze, peraltro, si percepiscono tra Schaeuble e la cancelliera Angela Merkel. Mentre quest'ultima e il ministro dell'Economia, il socialdemocratico Sigmar Gabriel, avevano sottolineato che nell'accordo ci sono aspetti positivi, il dicastero guidato da Schaeuble aveva posto l'accento su quelli negativi. Ma che cosa vuole ottenere ora Schaeuble? Il suo silenzio quasi minaccioso di fronte al nuovo pacchetto è un avvertimento a largo raggio. Non soltanto ad Atene, ma a tutti gli Stati in difficoltà del Sud Europa, Italia in testa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero