Ha vinto una partita dopo l'altra, battendo persino dei grandi maestri famosi con delle combinazioni folgoranti: peccato che, al torneo internazionale di scacchi di Imperia,...
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«Lo tenevamo d'occhio - spiegano - già da parecchi giorni e gli abbiamo teso una trappola: abbiamo piazzato un metal detector. Sulle prime non aveva voluto passarci, ma noi abbiamo insistito e l'apparecchio ha suonato. Ha detto che aveva con sé una monetina portafortuna ma, approfondendo, abbiamo scoperto che al collo aveva appeso un ciondolo un po' insolito».
Non è ancora del tutto chiaro il meccanismo con il quale riusciva a connettersi a un computer fuori dalla sala di gioco ma, in ogni caso, il 'ciondolo', che aveva un piccolo foro come se si trattasse di una telecamerina, era un dispositivo non consentito. Il caso di Arcangelo R. era così clamoroso da avere attirato l'attenzione della comunità scacchistica italiana: da giorni sui social network si rincorrevano i sospetti degli appassionati. Il vercellese, di 37 anni, in base ai pronostici della vigilia non avrebbe dovuto andare al di là delle posizioni di bassa classifica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero