Sanità, il piano anti-deficit ospedali in rosso nel mirino

Sanità, il piano anti-deficit ospedali in rosso nel mirino
LA SPESAROMA Finora, anche con l'ultima manovra, si è ragionato sui grandissimi numeri: il Fondo sanitario nazionale che vale 110 miliardi ne avrà il prossimo anno uno in più,...

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LA SPESA
ROMA Finora, anche con l'ultima manovra, si è ragionato sui grandissimi numeri: il Fondo sanitario nazionale che vale 110 miliardi ne avrà il prossimo anno uno in più, anche se sono due in meno rispetto a quelli a sue tempo pattuiti. Nella stessa legge di Stabilità però è stato inserito in materia di sanità qualcosa che entra un po' più nel dettaglio, e quindi nel merito, tentando di fare un passo avanti nella lunga strada dal sistema classico dei tagli lineari ad una vera e più mirata revisione della spesa. L'articolo 30 prevede infatti che le stesse Regioni vadano a vedere dentro i conti dei singoli ospedali e delle aziende sanitarie locali, individuando quelle in disavanzo e imponendo appositi piani di rientro. L'obiettivo dichiarato è conseguire «miglioramenti nella produttività e nell'efficienza degli enti del Servizio sanitario nazionale»: dietro questa formula si nasconde un'altra novità, la possibilità che i risparmi di spesa ottenuti con la nuova impostazione restino all'interno del sistema sanitario.

IL NUOVO MECCANISMO

Ma come funziona il nuovo meccanismo? Il punto di partenza è la conferma, in forma ancora più esplicita, dell'obbligo per tutti i vari enti sanitari di pubblicare sul proprio sito Internet il bilancio d'esercizio. Inoltre gli stessi enti dovranno attivare un sistema di monitoraggio della qualità delle attività assistenziali. In un quadro di trasparenza, le Regioni passeranno quindi ad individuare le strutture che presentano un disavanzo tra costi e ricavi superiori al 10 per cento dei ricavi stessi o comunque pari in valore assoluto ad almeno 10 milioni. Ciò dovrà avvenire per il 2016 entro il 31 marzo e in seguito entro il 30 giugno di ogni anno. L'obbligo riguarda per il prossimo anno le aziende ospedaliere, quelle ospedaliere-universitarie e gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico; dal 2017 saranno coinvolte anche le aziende sanitarie locali con i propri presidi ospedalieri. Serviranno però un paio di decreti ministeriali (il primo dei quali dovrà arrivare entro trenta giorni dall'entrata in vigore della legge di Stabilità, dunque a fine gennaio) per definire nel dettaglio tutti i parametri contabili necessari per valutare i deficit ed anche i parametri relativi alla qualità delle cure. Gli enti ufficialmente in rosso dovranno quindi presentare entro 90 giorni un piano di rientro, con misure da adottare al massimo nell'arco di un triennio. La Regione a sua volta dovrà approvarlo ed eventualmente istituire una gestione sanitaria accentrata: le relative risorse potranno erogate come anticipazioni se gli enti superano le verifiche trimestrali di attuazione del piano. I contratti dei direttori generali dovranno prevedere la decadenza automatica in caso di mancata presentazione del piano.
Luca Cifoni
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Il Messaggero