La Procura di Milano ha chiesto una proroga per sei mesi delle indagini con al centro il cuore prelevato al San Raffaele a un 48enne milanese e trapiantato a un sessantenne...
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Nell'inchiesta, che era stata trasferita da Roma a Milano nei mesi scorsi, risultano indagati per omicidio colposo cinque medici, due del San Raffaele e tre del San Camillo. Secondo gli esperti Cristina Basso, Ugolino Livi, Massimo Montisci e Francesco Tona, nominati dal pm Francesco De Tommasi, il «rischio di esito sfavorevole» dell'intervento era da considerarsi «standard e le anomalie riscontrate nel cuore del donatore potevano al più allertare gli operatori per un monitoraggio stretto post-trapianto, ma niente avrebbero potuto fare con l'insufficienza d'organo appalesatasi immediatamente dopo il trapianto».
I legali dei familiari dell'uomo morto al San Camillo, dopo il deposito della loro consulenza e di quella degli esperti della Procura, hanno già preannunciato che faranno confluire negli atti d'indagine altre note integrative. Gli inquirenti, poi, valuteranno se serviranno ulteriori approfondimenti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero