Migranti, pronto il decreto Salvini: «Stop a permesso di soggiorno per motivi umanitari»

Migranti, ecco il decreto Salvini: stop a permesso di soggiorno per motivi umanitari
Niente più permesso di soggiorno per motivi umanitari. È una delle principali novità del decreto legge in tema migranti voluto da Salvini, giunto ormai...

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Niente più permesso di soggiorno per motivi umanitari. È una delle principali novità del decreto legge in tema migranti voluto da Salvini, giunto ormai in rampa di lancio. Il decreto, composto da 15 articoli, elimina di fatto «l'istituto del rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari», introducendo «una tipizzazione delle tipologie di tutela complementare». La relazione che accompagna il decreto - fortemente voluto dalla Lega - parla di una «sproporzione tra il numero di riconoscimenti delle forme di protezione internazionale espressamente disciplinate a livello europeo e il numero dei rilasci del permesso di soggiorno per motivi umanitari».


In materia di protezione internazionale, il DL interviene per «ampliare il catalogo di reati che, in caso di condanna definitiva, comportano il diniego o la revoca della protezione internazionale, inserendovi ipotesi delittuose di particolare gravità che destano allarme sociale» come «le fattispecie base dei reati di violenza sessuale e dei reati di produzione, traffico e detenzione ad uso non personale di stupefacenti, nonché di rapina ed estorsione».

In tema di cittadinanza, invece, il decreto «incide sul riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis, che attualmente opera senza limiti di generazione, e che negli ultimi anni ha determinato un incremento esponenziale di domande», limitando «la trasmissione della cittadinanza ai discendenti in linea retta di secondo grado che possono documentare lo status civitatis italiano del loro ascendente».

Ma non solo, sempre sullo stesso tema, viene introdotto «l'istituto della revoca della cittadinanza italiana concessa ai cittadini stranieri che rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale, avendo riportato condanne per gravi reati commessi con finalità di terrorismo o eversione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero