Salone del Libro, il presidente Picchioni indagato per peculato

Salone del Libro, il presidente Picchioni indagato per peculato
Bufera giudiziaria sul Salone del Libro di Torino. A quattro giorni dalla chiusura della kermesse libraria, giunta quest'anno alla 28/a edizione, carabinieri e guardia di...

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Bufera giudiziaria sul Salone del Libro di Torino. A quattro giorni dalla chiusura della kermesse libraria, giunta quest'anno alla 28/a edizione, carabinieri e guardia di finanza hanno perquisito gli uffici della Fondazione.




Peculato il reato ipotizzato nei confronti del presidente Rolando Picchioni, che «di fronte all'enormità dell'addebito» si dice «sbalordito, ma altrettanto assolutamente sereno». E, assistito dagli avvocati Giampaolo e Valentina Zancan, respinge al mittente ogni addebito. Secondo l'accusa, coordinata dai pm Gianfranco Colace e Andrea Beconi, Picchioni avrebbe fatto uso improprio dei fondi pubblici della Fondazione, costituita nel 1999 da Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino. I magistrati, secondo quanto si apprende, gli contestano una serie di fatture, sequestrate dalla polizia giudiziaria negli uffici della centrale via Santa Teresa insieme ad alcuni computer.



L'ipotesi dell'inchiesta, che non riguarda soltanto l'ultima edizione della "buckmesse" italiana, è che alcuni servizi siano stati sovrafatturati. Nei prossimi giorni la posizione di altre persone verrà vagliata dai magistrati.
«Nella mia vita non ho mai - e ripeto mai - pensato di sfruttare in qualunque modo la mia posizione per un qualsivoglia tornaconto personale», ribatte Picchioni, 79 anni, politico di razza con un passato da parlamentare nelle file della Democrazia Cristiana, per cui, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, è stato anche sottosegretario ai Beni culturali, nei governi Cossiga e Forlani.



Iscritto alla P2 e coinvolto nel cosiddetto "scandalo petroli", ma assolto, da 15 anni è al timone del Salone del Libro, che lunedì ha chiuso i battenti con oltre 341 mila visitatori e una media vendite agli stand del +15%.
«Riguardo ai fatti che genericamente mi vengono contestati, e dei quali spero di poter essere messo quanto prima a conoscenza della fondatezza, non posso che ribadire la mia completa estraneità», afferma Picchioni. «Mi tutelerò fermamente in tutte le sedi contro qualsiasi possibile tentativo di strumentalizzare l'attuale momento - sottolinea - e di offendermi nella mia dignità di persona e nel mio operato professionale». «Picchioni è assolutamente estraneo all'indagine della procura, della quale contesta ogni validità sia nel merito che nel riscontro probatorio», ribadisce l'avvocato Zancan, che punta il dito contro «la diffusione mediatica» delle accuse nei confronti del suo assistito. «Contrasta con i principi del contraddittorio - sostiene il legale - ai quali dovrebbe attenersi ogni civile processo».



La notizia dell'inchiesta arriva a pochi mesi dalla scadenza del mandato di Picchioni. E, anche se le accuse dovessero rivelarsi infondate come sostiene, rendono ancora più difficile una sua conferma ai vertici della Fondazione.
«Sono un uomo delle istituzioni, mi rimetterò alle stesse per le decisioni che ad esse spettano», aveva dichiarato al riguardo nel giorno della chiusura dell'ultimo Salone del Libro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero