Manchester, i misteriosi viaggi in Libia di Abedi, il kamikaze inglese

Manchester, i misteriosi viaggi in Libia di Abedi, il kamikaze inglese
ROMA Si chiama Salman Abedi, classe 94, passaporto britannico in tasca. Il giovane inglese che lunedì ha seminato la morte tra ragazzi come lui era nato a Manchester. Era...

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ROMA Si chiama Salman Abedi, classe 94, passaporto britannico in tasca. Il giovane inglese che lunedì ha seminato la morte tra ragazzi come lui era nato a Manchester. Era lì che i suoi genitori avevano finito per rifugiarsi, dopo un breve soggiorno a Londra, quando il regime di Gheddafi aveva fatto scappare tanti dalla Libia. E in Libia avevano finito per tornare i suoi parenti. Il passaporto di Salman, però, racconta il legame forte con la terra di origine e i viaggi avvenuti recentemente verso quel paese dal quale la gente ha ricominciato a fuggire. Come quasi tutti i kamikaze ha voluto essere identificabile: i suoi documenti e la carta di credito sono stati trovati vicino al corpo martoriato. Secondo le testimonianze di alcuni vicini, la radicalizzazione sarebbe iniziata solo recentemente, ma saranno le indagini a stabilire se il giovane progettasse il martirio da tempo. Ma il suo nome era già noto alle forze dell'ordine.


LA FAMIGLIA
Abitava a Elsmore Road, nel quartiere di Fallowfield, pochi chilometri dal centro. Da quella casa e dai contatti di Salman, adesso, parte l'inchiesta. È lì che la polizia si è presentata forzando la porta con una carica di esplosivo.
Una famiglia di rifugiati naturalizzata da oltre venti anni. Samia Tabbal, 50 anni, e Ramadan Abedi, una guardia giurata, i genitori di Salman, sarebbero scappati dal regime libico. Prima un soggiorno a Londra e poi il trasferimento a sud di Manchester. Quattro figli, tutti inglesi. Secondo il quotidiano americano The Telegram, i genitori del kamikaze avrebbero compiuto all'inverso il viaggio che migliaia di disperati tentato di fare: da Manchester verso la Libia. Abedi e Jomana, la sorella diciottenne del kamikaze, invece, hanno scelto di restare. Ma sul passaporto dell'attentatore ci sono tracce dei viaggi verso il paese di origine. Un legame forte con quella terra. Jomana, in uno dei suoi due profili Facebook, sparito dalla rete nel pomeriggio di ieri, dice di essere nata a Tripoli, parla della necessità di utilizzare il velo, inneggia ad Allah. Ma le immagini che mostra sul web sono quelle di una ragazza occidentale, quasi una modella che ammicca all'obiettivo. Prima di trovare impiego nella Moschea di Didsbury, nel 2013, Jomana ha studiato alla Whalley Range High School, un quartiere diventato famoso nel 2014, quando due studentesse del liceo femminile, le gemelle Zahra e Salma Halane, fuggirono di casa di casa per unirsi allo Stato Islamico in Siria. Si cerca adesso ogni traccia che abbia lasciato in tutta Europa. Al momento non risultano contatti con l'Italia, né passaggi dal nostro paese. Gli unici viaggi confermati sono quelli verso la Libia pochi mesi fa. Un volo da Londra, andata e ritorno, e un treno per fare rientro a Manchester.

LA RADICALIZZAZIONE

Al momento ci sono soltanto le voci dei vicini di casa e dei residenti nel quartiere a raccontare chi fosse Abedi. «Un paio di mesi fa - ha detto una donna - Salman ha iniziato a recitare delle preghiere islamiche ad alta voce in strada. Parlava arabo». Era «una famiglia libica, si comportavano molto stranamente».

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Il Messaggero