Expo, le motivazioni del giudice: da Sala nessuna violazione di legge

Expo, le motivazioni del giudice: da Sala nessuna violazione di legge
MILANO «Nessuna delle violazioni di legge indicate dall'accusa ha trovato conferma alla luce di valutazioni in punto di diritto o di fatto» e non si può...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MILANO «Nessuna delle violazioni di legge indicate dall'accusa ha trovato conferma alla luce di valutazioni in punto di diritto o di fatto» e non si può ravvisare alcuna violazione perché l'operato di Giuseppe Sala «ha trovato pieno riscontro nelle determinazioni del cda» di Expo in relazione «alla questione delle essenze arboree». Lo scrive il gup Giovanna Campanile motivando il proscioglimento del sindaco di Milano Sala, ex commissario unico di Expo, e del manager Angelo Paris dall'accusa di abuso d'ufficio.


FORNITURA DA 4,3 MILIONI
Il sindaco di Milano e' stato prosciolto «perché il fatto non sussiste». Nonostante la richiesta di processo sostenuta dalla procura generale con quattro progressive modifiche dell’imputazione, il gup ha ritenuto che il 23 ottobre 2013 l’allora amministratore delegato di Expo 2015 spa non abbia commesso alcun abuso d’ufficio nel non effettuare una gara europea bensi' affidando direttamente all’azienda Mantovani una parte della fornitura di «essenze arboree», cioè degli alberi da piantumare sulla «Piastra», la parte centrale dell'Esposizione. Quell’affidamento diretto, secondo l’accusa che il gup ha respinto, avrebbe procurato un «danno di rilevante gravità» allo Stato e un corrispondente «ingiusto vantaggio patrimoniale» alla Mantovani, costituito dalla differenza tra l’importo dell’affidamento diretto stipulato da Expo per le essenze arboree (4,3 milioni di euro) e il «di gran lunga inferiore costo» (1,7 milioni) al quale Mantovani fece poi eseguire l’appalto ai propri subappaltatori.


CDA CONSAPEVOLE E PARTECIPE

Per il giudice Giovanna Campanile pero' non si profila l'abuso d'ufficio a carico dell'attuale primo cittadino di Milano. Dal verbale del 30 luglio 2013 della riunione del cda di Expo, infatti, «appare assolutamente chiaro che Sala sarebbe pervenuto alla stipula dell'atto aggiuntivo a mezzo della negoziazione diretta». E a fronte di questo «il cda non solo non ha espresso ragioni di opposizione - si legge nelle motivazioni - ma ha considerato favorevolmente le misure illustrate”». Da tutto questo, scrive il gup, «puo' evincersi con sicurezza che il cda non solo ha seguito costantemente tutta l'evoluzione della questione essenze arboree, ma ha prestato il proprio assenso all'operato dell'ingegner Paris e del dottor Sala, cosi' avallando l'ampliamento dei poteri di quest'ultimo al fine della stipula dell'atto aggiuntivo». Secondo il giudice, «anche ove si voglia sostenere che il dottor Sala abbia operato nella pura veste di amministratore delegato e non gia' - come preferibile - di commissario unico, non puo' ravvisarsi alcuna violazione, poiche' il suo operato ha trovato pieno riscontro nelle determinazioni del cda, coinvolto nella questione essenze arboree sin dal fallimento» della gara d'appalto, «e consapevole e partecipe di tutti gli sviluppi e decisioni da adottarsi al riguardo». Pertanto un processo a carico di Sala come chiesto dalla procura generale «nulla potrebbe aggiungere o immutare in queste conclusioni - rileva il giudice - data la completezza delle indagini che induce a escludere l'emersione di nuovi e contrari elementi di prova». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero