Sesso gay virtuale con i sacerdoti, 150 preti cadono nella trappola hard

Una scena di 'Amores Santos'
Monsignor Krzysztof Charamsa ha avuto il coraggio di fare coming-out, confessando la propria omosessualità e pagando dazio con la radiazione dalla Chiesa Cattolica. Altri...

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Monsignor Krzysztof Charamsa ha avuto il coraggio di fare coming-out, confessando la propria omosessualità e pagando dazio con la radiazione dalla Chiesa Cattolica. Altri sacerdoti, però, sono più ipocriti.




Questo è il messaggio che intende passare un documentario del regista brasiliano Dener Giovanini, Amores Santos (Amori Sacri), in uscita a gennaio del prossimo anno, che rischia di suscitare un grande imbarazzo e provocare un violento terremoto all'interno di diverse confessioni religiose.



«Il documentario doveva inizialmente trattare dell'omosessualità, e di come è apertamente osteggiata dall'ipocrisia tutte le religioni del mondo» - racconta il regista - «Per questo un nostro attore, un avvenente giovane, ha deciso di attirare sui social network 150 sacerdoti di 30 diversi paesi, ma per la maggior parte brasiliani».



Amores Santos ha raccolto ben 500 minuti di conversazioni hard tra l'attore e i sacerdoti, che in molti casi arrivavano a praticare sesso virtuale su Skype e su Facebook si dichiaravano follemente innamorati. I sacerdoti coinvolti sono anglicani ed evangelici, ma soprattutto cattolici. Il regista lo spiega così: «I sacerdoti cattolici di solito vivono da soli e hanno grandi disponibilità, soprattutto grazie al web. Gli altri, invece, come gli evangelici, hanno mogli e figli e la vita familiare concede loro meno libertà».



Contrapposti alle immagini choc che potrebbero sconvolgere il Vaticano, ci sono i racconti di omosessuali aggrediti selvaggiamente per motivi religiosi, di padri di famiglia che dopo l'outing hanno perso i figli e di giovani torturati per l'orientamento sessuale durante il seminario.

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Il Messaggero