Russiagate, Mueller incrimina 12 agenti russi per spionaggio dei democratici

Russiagate, Mueller incrimina 12 agenti russi per spionaggio dei democratici
NEW YORK – Dodici funzionari dell’intelligence russa, vicini al Cremlino e a Vladimir Putin, sono stati incriminati da un gran giurì a Washington, su richiesta...

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NEW YORK – Dodici funzionari dell’intelligence russa, vicini al Cremlino e a Vladimir Putin, sono stati incriminati da un gran giurì a Washington, su richiesta di Robert Mueller, il procuratore speciale che indaga sulle interferenze di Mosca nelle elezioni presidenziali Usa del 2016.


L’annuncio è stato dato dal viceministro della giustizia Rod Rosenstein, che ha chiarito che ci sono prove inequivocabili che i russi sono penetrati nel sistema della Commissione elettorale democratica nonché nel Comitato nazionale del partito democratico. Nell’atto di pirateria le spie si sarebbero impossessate di oltre 500 mila e-mail di tutti i funzionari, incluso John Podesta, presidente della campagna di Hillary Clinton. Queste mail sono poi passate a finti siti americani – Guccifer2.0 e DcLeaks.

Il clamoroso annuncio arriva come un masso nello stagno, a soli tre giorni dal tete-a-tete fra Trump e Putin a Helsinki. Ai giornalisti che gli chiedevano come mai le incriminazioni sono arrivate in un momento così delicato per il presidente Usa, Rosenstein ha spiegato: “Sono incriminazioni basate sui fatti, sulla legge e sulle regole del Dipartimento della Giustizia”.

In queste ultime settimane il partito repubblicano ha fatto quadrato intorno al presidente, insistendo che l’inchiesta di Mueller è una “caccia alle streghe”, ispirata da gruppi del “deep State”. Ma Rosenstein ha rintuzzato questa teoria: “Internet permette ai nostri nemici di attaccarci in nuovi modi. Finché saremo uniti nei valori della Costituzione, non ci sconfiggeranno”.


Ha anche aggiunto di non avere nessuna prova che l'attacco abbia influito concretamente sul voto degli elettori, e ha detto di sperare che la reazione pubblica sarà “patriottica, e non dettata da posizioni politiche democratiche o repubblicane”. Ha infine precisato che il presidente Trump, che si trovava in quel momento in visita alla regina in Gran Bretagna, era stato informato delle incriminazioni dei russi e della conferenza stampa.

 
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Il Messaggero