Jared Kushner smentisce contatti impropri con le autorità russe. Lo rivela lo stesso genero del presidente americano Donald Trump in un comunicato diffuso dall'agenzia...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Nella nota Kushner dice di aver avuto quattro incontri con i russi durante la campagna elettorale del 2016, ma nessuno improprio e che non ha mai avuto legami con alcun governo straniero durante la campagna. E nega "contatti segreti" con l'ambasciatore russo negli Usa.
«Non c'è stata da parte mia alcuna collusione, e non sono a conoscenza di alcuna da parte di altri, con governi stranieri», ha detto Kushner nella testimonianza scritta ai senatori della commissione Intelligence, che oggi lo ascolteranno a porte chiuse sul Russiagate.
Nelle 11 pagine Kushner si descrive come un leale, super impegnato e con poca esperienza politica consigliere di Trump in una campagna elettorale che non ha mai avuto un numero sufficiente di collaboratori. «Io non sono una persona che cercava i riflettori», ha aggiunto spiegando che dopo la conquista, inaspettatata, della nomination il suocero gli chiese curare i rapporti con i Paesi stranieri, entrando così in contatto con ambasciatori di 15 Paesi.
Tra i quali appunto l'ambasciatore russo, Sergey Kislayk, con cui ebbe un primo, breve incontro - finora non rilevato - a un evento al Mayflower Hotel di Washington, lo stesso durante il quale il diplomatico russo incontrò Jeff Sessions, attuale ministro della Giustizia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero