Russiagate, Steve Bannon collabora con il procuratore Mueller: Trump trema

Steve Bannon (ansa)
Steve Bannon collabora sul Russiagate. L'ex stratega della Casa Bianca ha raggiunto un accordo con il procuratore speciale che coordina le indagini, Robert Mueller, e...

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Steve Bannon collabora sul Russiagate. L'ex stratega della Casa Bianca ha raggiunto un accordo con il procuratore speciale che coordina le indagini, Robert Mueller, e sarà interrogato dagli investigatori evitando per il momento di dover comparire di fronte a una giuria. Un segnale che Bannon si sta preparando a cooperare con le indagini e che preoccupa non poco la Casa Bianca. La figura di Bannon diventa sempre più centrale nell'inchiesta dopo le ricostruzioni attribuitegli nel libro di Michael Wolff Fire and Fury. Racconti sulle lotte intestine all'interno della Casa Bianca di Trump che hanno fatto infuriare il presidente americano. Non a caso questi ha deciso di tagliare tutti i ponti con quello che fino a qualche tempo fa era uno degli uomini e dei consiglieri più fidati. E che mandò via dalla Casa Bianca quasi costretto, prendendo atto del fatto che Bannon era oramai in rotta di collisione col resto del suo staff, mal sopportato soprattutto dal genero Jared Kushner e dalla figlia Ivanka Trump.

 
A nulla sono valse le scuse che Bannon ha presentato al presidente per averlo etichettato - come scrive Wolff - come un'idiota. Abbandonato da tutti i suoi sostenitori e finanziatori, l'ex stratega è stato silurato anche da Breitbart, il magazine online che ha sempre considerato come una sua creatura e che è stato costretto dolorosamente a lasciare. In particolare gli investigatori vogliono sapere di più da Bannon sull'incontro alla Trump Tower dell'agosto del 2016, quando un'avvocatessa russa che millantava di avere materiale scottante contro Hillary Clinton fu ricevuta da alcuni responsabili della campagna di Trump, tra cui Donald Trump Junior e Paul Manafort.


Un incontro che nel libro Bannon definisce come
sovversivo. Già ieri, secondo fonti del New York Times, la decisione di Mueller di inviare un mandato di comparizione davanti a un gran giurì era considerata una mossa tattica per convincere Bannon a cooperare, sedendosi con gli investigatori in modo più informale. Cosa che inevitabilmente preoccupa la Casa Bianca, che teme un atteggiamento di rivalsa, se non vendicativo, da parte dell'ex stratega.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero