Russia, la compagna di classe gli fa uno scherzo: lui la massacra di botte durante la ricreazione

Si è scagliato come una furia contro la compagna di classe che gli aveva appena gettato dell'acqua in faccia, riempendola di pugni e calci con una violenza incredibile...

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Si è scagliato come una furia contro la compagna di classe che gli aveva appena gettato dell'acqua in faccia, riempendola di pugni e calci con una violenza incredibile e spropositata rispetto al banale scherzo subìto. Un raptus folle interrotto solo dall'intervento di due compagni che lo hanno bloccato e trascinato via mentre ancora prendeva a calciao la ragazza. L'aggressione, avvenuta durante la pausa per la ricreazione in una scuola di Irkutsk, nella regione sud-orientale della Russia di Irkutsk Oblast, è stata ripresa da uno studente: il video, postato sui social, è diventato rapidamente virale. 

 
Nel filmato si vede Artem Kh., 15 anni, mentre si scaglia contro Maria P., 15enne anche lei, dopo che la ragazza gli aveva versato addosso un bicchiere d'acqua: Artem la spinge e la getta sul pavimento sferrandole almeno dieci pugni violentissimi per poi prenderla a calci in testa. A quel punto, mentre Maria giace dolorante a terra e si tiene il capo tra le mani, Artem viene bloccato da due compagni. Ma la faccenda non è finita lì. In seguito, infatti, cinque amici di Maria hanno deciso di vendicare la ragazza e, all'uscita dalla scuola, hanno accerchiato Artem, lo hanno messo con le spalle al muro e gettato a terra per poi prenderlo a calci. 

Il pestaggio è stato interrotto da una guardia della scuola che stava pattugliando la zona: quando lo hanno visto, i cinque ragazzi sono scappati a gambe levate. «Quel ragazzo si è meritato quello che gli hanno fatto - ha detto la guardia - Urlava: "Per favore, aiutatemi", ma direi che non ha sofferto troppo rispetto a quello che ha fatto a Maria: si sarebbe meritato di peggio». 

La polizia sta ora indagando sulla vicenda, così come la scuola, che sta valutando se espellere Artem, il cui comportamento, tra l'altro, potrebbe anche comportare una multa nei confronti dei suoi genitori. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero