«Si ricorderà che le dissi, e diverse volte, di stare attento a non dare banconote da 500 euro a Ruby perchè era pericoloso, perchè andava in giro con buste piene di banconote...
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«La mia vita lavorativa prese il colpo di grazia nel novembre 2012 quando Lei, per non far testimoniare Ruby a dicembre, ci chiese di andare via e tornare dopo il 10 gennaio». È un passaggio della lettera di cinque facciate scritta da Luca Risso, ex compagno di Ruby, a Silvio Berlusconi e che ora è depositata tra gli atti dell'inchiesta 'ter' nel quale l'ex premier, la marocchina, una ventina di ragazze e l'avvocato Luca Giuliante sono indagati per corruzione in atti giudiziari. Risso, indagato invece per riciclaggio, nella missiva ricorda quel che sarebbe accaduto per evitare che Karima, alla fine del 2012, si presentasse in aula a deporre come parte offesa al processo di primo grado in cui l'ex Cavaliere era imputato per concussione e prostituzione minorile. Processo per cui dopo una condanna a sette anni di carcere inflitta dal Tribunale il leader di Forza Italia è stato assolto in appello e in Cassazione. «Così, dopo aver visto Maria Rosaria Rossi che ci diede i soldi per andare via, partimmo per il Messico - prosegue la missiva - e io fui costretto a vendere anche l'ultimo locale che gestivo (al sig. Belsito, in quel tempo segretario della Lega Nora, che mi ha pagato con un assegno vuoto!!)». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero