Rovigo, tragedia al canile: uccide moglie e suocera e poi si toglie la vita

Il canile provinciale di Rovigo
Tragedia al canile rifugio provinciale di Fenil del Turco, coinvolta una famiglia. Un uomo, quarantenne albanese chiamato da tutti Rino che vive a...

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Tragedia al canile rifugio provinciale di Fenil del Turco, coinvolta una famiglia. Un uomo, quarantenne albanese chiamato da tutti Rino che vive a Boara Polesine, ha ucciso la moglie e la suocera Maria Askarov, custode della struttura, moldava d'origine, poi si è tolto la vita, secondo le notizie che si apprendono al momento. La suocera, che ha anche un figlio adolescente, Nuridin, faceva appunto la custode al rifugio fin all'apertura nel 2007, vivendo nella casa appositamente realizzata. Da un paio di mesi ospitava anche la figlia trentenne, che si era separata dal marito e aveva portato con sé i due figli piccoli, un maschio e una femmina. Il marito di quest'ultima ieri (giovedì 26 febbraio) era andato nella casetta accompagnato dai carabinieri, perché voleva vedere i due bambini, che lei non gli permetteva di visitare.

 


Oggi verso le 18.30 è tornato, armato, e si è compiuta la strage. Un testimone racconta che il marito è uscito alla casetta sanguinante, per poi morire in mezzo alla strada dicendo: «Cosa ha fatto ai miei figli!». I bambini risultano fortunatamente illesi. In quel momento al canile si trovavano anche due volontari, Claudio Cesaretto e Sara Brandolese. Lui si trovava dentro il rifugio, lei stava dando da mangiare ai cani nel rifugio stesso. Hanno sentito gli spari. Sul posto sono accorsi i carabinieri, con la zona che è stata bloccata nell'unica strada di accesso, e i due testimoni sono stati portati via.

I NOMI

Le due donne uccise sono Maria Askarov di 51 anni, la figlia Rosica Montana di 31 anni, entrambe moldave e da tempo in Italia. L'ex marito della più giovane, albanese, omicida suicida, si chiamava 'Rinò Begu (nome assunto in Italia), di 41 anni e residente a Boara Pisani. Il delitto, avvenuto a Fenil del Turco, appena fuori Rovigo, sarebbe dovuto al fatto - secondo una prima ricostruzione dei carabinieri - che l'uomo non voleva essere lasciato dalla moglie e in particolare che questa non gli facesse vedere i due figli di 2 e 11 anni. Circostanza, questa, avvalorata dal fatto che già ieri avrebbe tentato di vederli, causando l'ennesima lite. Il duplice omicidio e suicidio è avvenuto nell'abitazione concessa alla Askarov per controllare un canile realizzato da un'associazione di volontari (due di loro erano ad accudire gli animali quando Begu ha cominciato a sparare). In ospedale, in coma farmacologico, è ricoverato invece il compagno della Askarov, di nazionalità uzbeka. A dare l'allarme è stato il fratello 17enne di Rosica. I tre minorenni non avrebbero riportato danni fisici. Begu avrebbe utilizzato un revolver di grosso calibro, sparando numerosi colpi e ricaricando più volte l'arma. Accanto al suo corpo, sarebbe stato trovato un sacchetto contenente altre decine di proiettili che non ha utilizzato.

 
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Il Messaggero