ROMA Tramite il suo avvocato Francesco Carotenuto, Alfredo Romeo ha detto di essere in grado di dimostrare la propria innocenza in relazione a tutte le accuse che l'hanno...
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I primi, che hanno chiesto e ottenuto la custodia cautelare lo accusano di corruzione nei confronti del funzionario Consip Marco Gasparri che lo avrebbe aiutato a stilare le proposte di appalto per i lotti di una mega commessa da 2,7 miliardi di euro e lo hanno iscritto al registro degli indagati anche per concorso nel traffico di influenze che, per suo conto, avrebbero fatto Carlo Russo e Tiziano Renzi, mentre a Napoli è indagato a piede libero per associazione a delinquere (è qui che è partita l'inchiesta poi in parte trasferita nella capitale). Tiziano Renzi ha negato di aver mai ricevuto la promessa di 30mila euro al mese per mediate con l'ad di Consip Luigi Marroni. Dagli atti di indagine della procura di Roma, però, emerge che già a febbraio 2015, parlando con l'imprenditore Alfredo Mazzei a proposito del finanziamento alla fondazione Open di Matteo Renzi, Romeo sia stato contattato da un «papà»: «Mi hanno mandato addosso una persona e non so capire cosa vuol dire - dice a Mazzei - lo devo commentare con te... è uno dei loro papà...cose di questo genere». Oggi dovrà spiegare anche quel riferimento. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero