Dieci caselle da riempire subito, cento nei primi mesi di amministrazione. Per Virginia Raggi non c'è solo il problema della squadra da formare per la rivoluzione...
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LE SCELTE
Una decina di scelte non possono essere rinviate. Tra le altre: oltre al capo di gabinetto (Frongia), tre vice capo di gabinetto; il portavoce (il papabile è Augusto Rubei che l'ha seguita in campagna elettorale, nella precedente amministrazione questo posto valeva 90mila euro); il segretario generale (bisognerà attingere dall'albo); il direttore generale; il capo della segreteria politica. Ma tra dirigenti e funzionari di Roma Capitale e partecipate vi sono 100 caselle da riempire. Nssuna voracità: semplicemente, giorno dopo giorno, dai capi dipartimento di Roma Capitale ai vertici delle municipalizzate, bisogna mettere mano alla macchina comunale, magari ricorrendo ai bandi pubblici. Tenendo sempre conto che in un Comune travolto da Mafia Capitale se confermi i dirigenti interni ti accusano di non portare il cambiamento; se ti affidi a competenze esterne si alzano i lamenti di chi parla di sprechi.
Molto più complessa la vicenda delle municipalizzate, che non possono restare senza un guida. Prendiamo l'Ama: domani Daniele Fortini, che fu nominato dalla giunta Marino, rimetterà il mandato da presidente. Tenendo conto che Ama non ha neppure un direttore generale (che andrà nominato), sarà urgente prendere una decisione: confermare Fortini (improbabile, nonostante il rapporto di fiducia che lo lega all'assessore Muraro), sostituirlo in tempi rapidi. Il nome più suggestivo è quello di Raphael Rossi, esperto di differenziata. Il contratto del direttore generale di Atac, Marco Rettighieri, scade a febbraio del 2017. Inoltre, il commissario Tronca ha approvato un provvedimento che per le municipalizzate prevede un amministratore unico, senza un cda.
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Il Messaggero