Elezioni Roma, Giachetti: partita aperta me la gioco

Elezioni Roma, Giachetti: partita aperta me la gioco
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«Ora si azzera tutto e lo dico a chi pensa di aver già vinto. Io intendo giocarmela fino alla fine. Io non mi tiro indietro di fronte alle sfide, fino all'ultimo giorno. Chi pensa a una partita già chiusa si sbaglia». Così il candidato sindaco di Roma del Pd Roberto Giachetti dopo l'esito del voto che lo ha portato al ballottaggio con Virginia Raggi (M5s) con il 24,85% dei voti contro il 35,25% della candidata grillina.



 
«Se è già pronto un accordo con Marchini? No. Aprire a sinistra? Non farò apparentamenti, ma parlerò a tutti i romani e al popolo di sinistra. Io aprirò un tavolo con tutti i romani», ha detto ancora Giachetti.

«Con Fassina ho sempre cercato il dialogo, fin dalle primarie», ha aggiunto il candidato sindaco di Roma del Pd.

«Abbiamo fatto un grandissimo lavoro, straordinario se pensiamo al punto di partenza. Solo qualche mese fa eravamo quarti secondo la maggior parte dei sondaggi», ha proseguito il candidato sindaco di Roma del Pd.

«Io mi rivolgerò a tutti i romani. Ora è finito il tempo della rabbia», ha continuato Giachetti che all'inizio della conferenza stampa ha ringraziato «Meloni, Marchini e Fassina perché hanno fatto comunque un lavoro importante. Con loro abbiamo avuto la possibilità di confrontarci, non è successo con tutti. Credo che dentro questa nostra disponibilità, di noi quattro, a confrontarci ci sia anche il frutto dell'affluenza dei romani con le persone rimotivate a partecipare».

«Spero di potermi confrontare con la Raggi sulle idee di Roma che abbiamo. Fino ad ora lei si è rifiutata. Giachetti sarà Giachettì essendo se stesso. Io penso che attraverso questo potremo raggiungere un grande risultato al ballottaggio», ha detto ancora Giachetti. 

«C'è una città arrabbiata che ha voluto manifestare questa rabbia e io non sottovaluto nulla. Ma ora cambia tutto, c'è da scegliere un sindaco o una sindaca. C'è la faccia mia e della Raggi», ha osservato ancora Giachetti.


«Io penso che il 17% del Pd, che è comunque un risultato importate rispetto a come stavamo qualche mese fa è il risultato di un passato che pesa, delle responsabilità in mafia capitale ma anche della amministrazione di questi tre anni di Marino. Sarebbe ingiusto attribuirlo a Renzi», ha affermatro ancora il candidato sindaco del Pd.

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Il Messaggero