E' stato catturato in Toscana Johnny lo Zingaro, alias di Giuseppe Mastini, evaso 25 giorni fa dal carcere di Fossano, in provincia di Cuneo. Si era allontanto durante un...
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Cinquantasette anni, pluriomicida e terrore criminale della Roma degli anni Ottanta, Johnny era fuggito dal carcere il 30 giugno. Era salito a bordo di un taxi e si era fatto portare a Genova. Da lì aveva fatto perdere le sue tracce. La corsa, terminata alle 10,40, era costata circa 400 euro. Alle 21,30 la notizia dell'evasione era diventata ufficiale: lo Zingaro non era rientrato nella sua cella. «Aveva uno zainetto con sé - ha raccontato il tassista agli investigatori - Non l’ho mai visto telefonare. Quand’è sceso ha pagato tutta la corsa: gli ho anche fatto la ricevuta. Non sembrava affatto un delinquente, al contrario, era molto educato e a modo».
L'operazione è stata svolta da agenti dello Sco della polizia, delle squadre mobili di Cuneo, Lucca e Siena e dagli uomini del Nucleo investigativo centrale della Polizia Penitenziaria.
Gli agenti si sono sostituiti ai corrieri e, una volta all'interno dell'appartamento, hanno segnalato la presenza dell'uomo, facendo scattare il blitz coordinato dal Servizio centrale operativo. La fuga di Mastini, che stava scontando l'ergastolo, è durata meno di un mese: l'uomo era uscito il 30 giugno dal carcere di Fossano come tutti i giorni, insieme ad altri 3 detenuti come lui in regime di semilibertà.
Johnny Lo Zingaro, soprannome dovuto alle sue origini sinti, quella mattina non è mai arrivato alla scuola di polizia penitenziaria di Cairo Montenotte, al confine tra le province di Cuneo e Savona. Alle sue spalle ha una lunga scia di sangue dalla fine degli anni Settanta. Era stato coinvolto anche nell'inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini. Negli anni Ottanta aveva seminato il terrore a Roma, anche se il suo primo omicidio risale a quando aveva solo undici anni. Il Biondino, altro nome con cui Mastini era conosciuto, era già evaso in precedenza.
La prima volta nel 1987, quando approfittò di una licenza premio per buona condotta e si rese protagonista di sanguinose scorribande che impegnarono le forze dell'ordine in una vera e propria caccia all'uomo, tra furti d'auto e rapine, il sequestro di una ragazza, Silvia Leonardi, l'omicidio di una guardia giurata, Michele Giraldi, e il ferimento di un brigadiere dei carabinieri, Bruno Nolfi. Si arrese solo due anni più tardi, nelle campagne di Mentana. Poco dopo la cattura di Mastini, il ministro dell'interno Marco Minniti si è congratulato con il capo della polizia Franco Garbielli.
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Il Messaggero