«Se Stefano è morto faccio una strage». Sfoga così la sua rabbia Alessio Feniello, il papà del 28enne disperso nelle macerie dell’hotel...
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Il papà del 28enne parla di «arroganza e prepotenza» delle Istituzioni, quelle che, poco dopo la «falsa comunicazione» sanno solo dirgli: «È vero solo ciò che vi diciamo noi, tutto il resto sono c....». Quindi ripete: «Arroganza senza umanità verso un padre che ha il figlio sotto le macerie». E così sfoga l’ansia degli ultimi tre giorni, quelli trascorsi in attesa di una comunicazione che non è mai arrivata. «Quelli che sono morti sono stati uccisi e quelli che ancora non trovano sono stati sequestrati contro la propria volontà, perché volevano ripartire e avevano già fatto le valigie», continua a ripetere Alessio Feniello ai giornalisti e, nel riprendere il racconto fatto da Francesca, si abbandona ad affermazioni che, di fatto, sono accuse. E neanche troppo velate. «Francesca era con Stefano. Lo ha detto ai soccorritori ma in quel buco nessuno è entrato...hanno chiesto a lei di avvicinarsi». Dimessa ieri mattina dall’ospedale di Pescara, la ragazza è ora a casa sua. Con l’angoscia nel cuore. Al suocero ha raccontato che in albergo gli avevano detto di restare nella stanza con il camino. Lei e Stefano erano seduti sul divano quando, all’improvviso, sono stati travolti. Si tenevano per mano, poi le loro mani sono separate dalla violenza della slavina che ha trascinato tutto via. Ma lei è sicura di essere stata tutto il tempo vicino a Stefano. «Con la luce del telefonino, finché la batteria ha retto, ho illuminato il braccio di Stefano - ha ricordato la ragazza - Vedevo solo il suo braccio. Si lamentava, lo chiamavo ma non rispondeva. Poi non l’ho sentito più neanche lamentarsi».
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Il Messaggero