Rigopiano, Gianluca Ginobile (Il Volo): «Piango per il mio amico Roberto, quel giorno potevo essere anch'io nel suo hotel»

Rigopiano, Gianluca Ginobile (Il Volo): «Piango per il mio amico Roberto, quel giorno potevo essere anch'io nel suo hotel»
Trema la voce del baritono abruzzese de Il Volo. Gianluca Ginobile ha passato la notte in bianco pensando al suo amico architetto e albergatore Roberto Del Rosso, ai suoi clienti,...

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Trema la voce del baritono abruzzese de Il Volo. Gianluca Ginobile ha passato la notte in bianco pensando al suo amico architetto e albergatore Roberto Del Rosso, ai suoi clienti, alla sua terra a cui è legatissimo. «Sono sconvolto, mi viene da piangere», risponde al telefono dalla casa dei genitori a Roseto degli Abruzzi, dove in questi giorni si sta riposando prima di riprendere a girare con i suoi amici Piero Barone e Ignazio Boschetto. «Con Roberto siamo molto amici, si stava occupando della mia nuova casetta, dove andrò a vivere per conto mio a Monte Pagano, dove sono cresciuto. Mercoledì avrei dovuto raggiungerlo all’albergo».


Ha rischiato davvero di restare anche lei sotto la valanga. «Devo ringraziare mio padre, è stato lui a convincermi a non partire. Ci tenevo ad andare a Rigopiano, è una Spa bellissima e Del Rosso è un padrone di casa formidabile, sarebbe venuto lui a prendermi con la jeep, come faceva spesso con i suoi clienti, visto che raggiungere Rigopiano non è facile. Per la verità anche lui martedì sera mi aveva mandato un sms scoraggiandomi: “Non ti chiamo, l’Abruzzo viene messo a dura prova”. Stanotte sono andato a dormire alle quattro e poi ho sognato Roberto che mi diceva: tutto ok». Non vi siete più sentiti dopo il suo sms? «Ho provato a parlargli tutta la notte, ma senza risultato».

Che succederà ora della sua nuova casa? «È l’ultima cosa a cui penso. Qui siamo davvero in ginocchio. Siamo stati davvero messi alla prova. Non solo il terremoto. È caduta una neve pazzesca. In pianura, vicino al mare, la pioggia fortissima ha fatto esondare i fiumi. Le spiagge sono state mangiate dal mare. Ci sono posti dove la corrente elettrica manca da tre giorni. Abbiamo bisogno di aiuto e voglio fare un appello». Mi dica. «Non bastano più i volontari, la protezione civile, i vigili del fuoco. Ci vuole l’Esercito per liberare urgentemente le persone rimaste isolate».
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Il Messaggero