Riforme, dal Senato alle Regioni ecco le novità punto per punto

Maria Elena Boschi
Un Senato con poteri concentrati sulle leggi che riguardano gli enti locali, composto da 100 senatori eletti dai Consigli regionali, fra i quali 21 sindaci e cinque senatori in...

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Un Senato con poteri concentrati sulle leggi che riguardano gli enti locali, composto da 100 senatori eletti dai Consigli regionali, fra i quali 21 sindaci e cinque senatori in carica per 7 anni nominati dal Capo dello Stato. Meno poteri alle Regioni. Sono questi i due caposaldi della riforma costituzionale approvata ieri in seconda lettura (ora deve abdare al Senato e tronare ala Camera).




Eccone i dettagli:

Senato. Non sarà più eletto dal popolo e non darà più la fiducia al governo. Sarà composto da 95 eletti dai Consigli Regionali (di cui 21 sindaci, uno per regione, due per Trentino e SudTirolo), più cinque

nominati dal Capo dello Stato che resteranno in carica per 7 anni. Avrà competenza legislativa piena solo sulle riforme costituzionali e le leggi costituzionali e potrà chiedere alla Camera la modifica delle leggi ordinarie, ma Montecitorio potrà

non tener conto della richiesta. Su una serie di leggi che riguardano il rapporto tra Stato e Regioni, la Camera potrà non dar seguito alle richieste del Senato solo respingendole a maggioranza assoluta.



Senatori. I 95 senatori saranno ripartiti tra le

regioni sulla base del loro peso demografico. I Consigli Regionali eleggeranno con metodo proporzionale i senatori tra i propri componenti; uno per ciascuna Regione dovrà essere un sindaco.



Immunità. I nuovi senatori godranno delle stesse tutele dei deputati. Non potranno essere arrestati o sottoposti a intercettazione senza l'autorizzazione del Senato.



Regioni. erdono poteri su energia e turismo che tornano allo Stato.



Capo dello Stato. Lo eleggeranno i 630 deputati e i

100 senatori.



Corte Costituzionale. Cinque dei 15 giudici Costituzionali saranno eletti dal Parlamento: 3 dalla Camera e 2 dal Senato.



Referendum. Serviranno 800.000 firme. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero