Riforme, martedì il sì finale con un giorno di anticipo. Poi via all'esame del ddl sulle Unioni civili

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Accade raramente ma quando succede si capisce meglio chi vince e chi perde. Stiamo parlando della riforma della Costituzione il cui esame, contrariamente a quanto annunciato per...

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Accade raramente ma quando succede si capisce meglio chi vince e chi perde. Stiamo parlando della riforma della Costituzione il cui esame, contrariamente a quanto annunciato per settimane, finirà prima del previsto. Il Senato - a meno di colpi di scena francamente imprevedibili - varerà la riforma martedì prossimo con 24 ore di anticipo sul previsto consentendo cosi l'avvio dell'esame del ddl sulle Unioni Civili.




Il Senato è l'ultimo vero scoglio di questa riforma. La quarta lettura della Camera dovrebbe equivalere ad una passeggiata per il governo Renzi. Dunque dovrebbero essere rispettati i tempi anche per lo svolgimento del referendum popolare previsto per la prossima primavera.



Matteo Renzi, insomma, in queste ore sta incassando una vittoria strategica. Comunque la si pensi sulla qualità della riforma, è un fatto che una riforma costituzionale di peso dovrebbe entrare in vigore dopo 30 anni di inutili tentativi da parte delle più svariate compagini governative e parlamentari.



Da questa partita esce sconfitto il centro destra. Forza Italia ha prima partecipato alla stesura della riforma e poi si è tirata indietro. Ma l'altro giorno si è rifiutata di votare con le altre opposizioni un emendamento minore della sinistra Pd che pure avrebbe potuto mettere in difficoltà il governo. Anche il bilancio della Lega è modesto. I milioni di emendamenti di Calderoli si sono sciolti come la neve. Non ne è stato approvato neanche uno e l'alleanza con Forza Italia non è sbocciata.



Restano i 5Stelle. Incassano la sospensione per atti sconvenienti e sessisti di due senatori verdiniani. Gli italiani faranno fatica a ricordarsi altro se non la difesa del bicameralismo.

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Il Messaggero