Riforma elettorale, tutti i "piani B": dal Democratellum al Mattarellum 2.0

Nero su bianco, per ora, sono due le leggi con cui potrebbe essere rottamato l'Italicum: il Democratellum targato 5 Stelle e il Mattarellum 2.0 depositato della minoranza Pd a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Nero su bianco, per ora, sono due le leggi con cui potrebbe essere rottamato l'Italicum: il Democratellum targato 5 Stelle e il Mattarellum 2.0 depositato della minoranza Pd a Palazzo Madama, dove sulla carta dovrebbe iniziare la nuova discussione sulla legge elettorale. Nessuna delle due, per ora, sembra avere grosse chance di passare in un contesto ancora nebuloso dove, oralmente, si affollano invece le ipotesi alternative: c'è il sistema greco caro ai Giovani Turchi o il Provincellum lanciato dal renzianissimo Dario Parrini. E c'è, sullo sfondo, quell'Italicum 1.0 (ovvero con premio alla coalizione e non alla lista) dai contorni ancora da definire ma che, alla fine, potrebbe mettere d'accordo non solo i vari partiti della maggioranza manche FI.


«Governabilità e rappresentatività» sono i due pilastri che, secondo il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini qualsiasi legge alternativa all'Italicum deve avere. «I cittadini devono poter scegliere non solo chi li rappresenta in Parlamento ma anche la maggioranza che li governa», si limita a sottolineare Guerini nel giorno del sì ad una mozione di maggioranza alla Camera. Le proposte in campo sono già diverse, a cominciare dal Mattarellum 2.0 presentato oggi da 21 senatori bersaniani. Il testo prevede che 475 deputati siano eletti in altrettanti collegi uninominali a turno unico mentre gli altri 155 seggi sono così distribuiti: 90 come 'premio di maggioranzà alla lista/coalizione che ottiene su tutto il territorio il maggior numero di voti e 30 deputati alla seconda lista; 12 seggi agli eletti all'estero e 23 alle liste che superano il 2%. Oggi, in Aula, è stato invece Dore Misuraca ad illustrare i «due pilastri» della proposta di Ap, che presto si trasformerà in ddl: via il ballottaggio e un premio di maggioranza in quota fissa di seggi (90) da assegnare alla coalizione vincente e tenendo come tetto massimo il numero di 340 seggi.

Di tutt'altra pasta il Democratellum, sistema proporzionale leggermente corretto da collegi intermedi (42 le circoscrizioni previste) e da sbarramenti 'naturali0 al 5% in una trentina di circoscrizioni. Previste le preferenze - anche in negativo, con penalizzazioni per il candidato coinvolto - mentre sono vietate le coalizioni pre-elettorali: con questo sistema, sostiene il M5S, chi prende il 40& ha oltre il 50% dei seggi. Ma anche tra i dem non mancano le prime proposte alternative. Da tempo il toscano Parrini avanza la via del Provincellum, con premio alla lista e doppio turno ma senza più le preferenze e i 100 capilista bloccati dell'Italicum (e con collegi uninominali proporzionali).


La corrente dei Turchi, non molto tempo fa, argomentava i vantaggi del sistema greco, proporzionale con turno unico e con un premio di maggioranza fisso (in Grecia è il 15%) al partito più votato. Giuseppe Lauricella, già mesi fa, proponeva una legge per non stravolgere l'Italicum ma ritoccarlo in due aspetti: eliminare il ballottaggio mantenendo un premio di maggioranza alla lista che superi il 40%. Sistema in base al quale, sosteneva l'esponente Dem, è probabile una coalizione di governo ma non quella, ben più fragile, pre-elettorale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero